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Notizie sul clima che cambia da Valori.it

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2021-06-11 15:04:21 «Occorre istituire un tribunale internazionale per il clima». Intervista a Luca Saltalamacchia, avvocato che cura la causa contro lo Stato italiano per inazione sul clima, battezzata “Giudizio universale”.
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2021-06-11 11:43:03 Le logiche di mercato o la salvezza del pianeta
di Andrea Barolini

La Bundesbank, la banca centrale tedesca, all’inizio dello scorso mese di maggio ha ricevuto un premio. Non per aver saputo sostenere al meglio l’economia della Germania. Né per meriti legati alle sue funzioni di controllo. No, il “riconoscimento” ricevuto non ha nulla di virtuoso.

Un gruppo di organizzazioni non governative – tra le quali il Koala Kollektiv, 350.org, SumOfUs e Reclaim Finance – le hanno consegnato infatti il premio di “best climate killer” nella categoria banche centrali. La Bundesbank è infatti accusata non soltanto di essersi mostrata troppo attendista di fronte alla crisi climatica. Ma anche di aver bloccato, di fatto, l’adozione di misure ambiziose che avrebbero potuto essere integrate nelle politiche della Banca centrale europea.

Per consegnare il premio è stata organizzata una cerimonia fittizia a Francoforte. Proprio mentre la BCE sta rivedendo la propria strategia monetaria per determinare in che modo conformarsi alle necessità imposte dagli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti. Le Ong hanno puntato il dito in particolare contro Jens Weidmann, presidente della Bundesbank e tra i membri più conservatori del Consiglio direttivo. Secondo il dirigente, la BCE deve effettivamente tenere conto dei cambiamenti climatici nella propria gestione dei rischi. E insistere affinché, ad esempio, le imprese siano più trasparenti sul tema. Ma non deve usare la politica monetaria come leva per centrare il calo delle emissioni di gas ad effetto serra.

Il punto è il solito: secondo Weidmann (e non solo) la BCE non deve distorcere il mercato. Cosa che farebbe se, ad esempio decidesse di privilegiare l’acquisto di titoli “green”. Logiche di mercato vs. la salvezza del Pianeta. «Secondo il governatore tedesco – ha commentato Christian Bock, di SumOfUs – basta chiedere alle aziende di essere più trasparenti sulla questione climatica. Ma chiedere alle major del petrolio e del gas di dettagliare le loro attività non rende i loro modelli di business meno distruttivi per il clima».
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2021-04-20 10:23:27 Hai notato anche tu che, ultimamente, sui social si parla tantissimo di nucleare? E che se si prova ad avanzare qualche perplessità, per non parlare delle critiche, ci si trova sommersi di persone favorevoli al nucleare? La ragione è semplice: domani la Commissione europea presenterà l primo atto delegato che dettaglierà i criteri della tassonomia delle attività economiche sostenibili.

(Se vuoi sapere di più su che cos’è la tassonomia, puoi ascoltare questo podcast)

C’è grande dibattito e, possiamo dire, battaglia affinché gas naturale e nucleare vengano inseriti nella lista delle attività considerate sostenibili. Da una bozza trapelata nei giorni scorsi, pare che la Commissione europea abbia «deciso di non decidere», rinviando a Parlamento e governi nazionali la decisione.

Nel frattempo, Greenpeace ha rivelato i legami con l'industria dell'atomo del JRC, l’organo della Commissione europea che ha dato un parere positivo sull'inserimento del nucleare tra le attività green.

Noi ci siamo chiesti se il nucleare sia davvero pulito, sicuro e se salverà il clima. Ne abbiamo parlato con Walter Ganapini, ex presidente di Greenpeace Italia, e Gianluca Ruggieri, ricercatore presso l’università dell’Insubria e vicepresidente di ènostra.
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2021-04-20 09:55:32 Conosci l'Energy Charter Treaty? Sai che potenzialmente potrebbe compromettere gli sforzi nella battaglia contro la crisi climatica? Spiegazione qui https://valori.it/energy-charter-treaty-clima-ombrina-mare/
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2020-10-13 11:00:08 Buongiorno , poche certezze di questi tempi, ma Valori.it c'è. Da oggi è operativo anche il nostro canale Telegram @valori_it dove troverete una selezione giornaliera di articoli e contenuti su finanza sostenibile, economia, ambiente, pubblicati nei vari formati e sui nostri Social Network. Grazie per continuare a seguirci!
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2020-09-25 18:37:49 Se vogliamo salvare il clima dobbiamo cambiare la finanza

di Andrea Barolini

Se la finanza continuerà a concedere denaro alle aziende che sfruttano petrolio, carbone e gas, centrare gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi sul clima potrebbe risultare impossibile. Banche, fondi d’investimento e altri istituti finanziari devono infatti fare la loro parte. Modificando i propri business al fine di renderli compatibili con la lotta ai cambiamenti climatici, con la tutela della biodiversità e con la salvaguardia dell’ambiente. Altrimenti, quella che è stata definita la battaglia più grande che l’umanità ha dovuto affrontare nel corso della storia, verrà persa.

Due rapporti intitolati “Banking on Climate Change”, curati da un gruppo di Ong ecologiste, hanno mostrato in tutta la sua drammaticità il sostegno che le grandi banche ancora forniscono alle fonti fossili. Nei tre anni successivi all’Accordo di Parigi, 33 tra i più grandi istituti di credito del mondo hanno continuato imperterrite a concedere finanziamenti ai settori di petrolio, gas e carbone. 1.900 miliardi di dollari tra il 2016 e il 2018. Comprendendo anche il 2019 e aggiungendo due istituti di credito in più, la cifra sale al totale stratosferico di 2.700 miliardi.

Non cambiare il clima, cambia banca

Tutti noi dobbiamo fare la nostra parte per salvare il clima. Dalle nostre scelte quotidiane. Anche quando decidiamo la banca presso la quale aprire un conto o la società alla quale affidare i nostri risparmi.

Banca Etica nel solo 2019 ha finanziato con 13,5 milioni di euro 25 organizzazioni che, con i loro progetti nel campo delle rinnovabili e con interventi di efficientamento energetico, hanno permesso di evitare la dispersione nell’atmosfera di quasi 5mila tonnellate di CO2 (pari alla quantità assorbita in un anno dal Parco delle Cinque Terre). Altri 7,6 milioni di euro sono andati a progetti che hanno permesso di riciclare quasi 204mila tonnellate di rifiuti (pari alla produzione annua di rifiuti della città di Messina). E 3 milioni di euro sono andati a progetti di agricoltura biologica che hanno impegnato quasi 5mila ettari coltivati a biologico (pari a 7mila campi da calcio).

La società di gestione del risparmio Etica Sgr, sempre nel 2019, ha fatto registrare nei portafogli dei propri fondi il 69% in più di imprese che hanno definito obiettivi di riduzione delle emissioni, il 34% in più che si impegnano a diminuire l’utilizzo di acqua e aumentare l'efficienza, il 25% in più che sviluppano iniziative per ridurre i rifiuti.

Fondazione Finanza Etica fornisce la propria spinta al cambiamento grazie all’azionariato critico. Ogni anno interviene infatti presso le assemblee generali dei colossi dell'energia, ma anche della finanza, per portare sotto i riflettori degli azionisti e dell'opinione pubblica gli impatti sociali e ambientali delle scelte delle grazie aziende.
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2020-08-03 15:14:35
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2020-07-30 15:07:13 Se Trump fosse rieletto la battaglia per salvare il clima potrebbe essere persa.

https://www.theguardian.com/us-news/2020/jul/27/global-climate-fight-could-be-lost-trump-re-elected
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2020-05-22 14:58:03 I mari ci sommergeranno. Di quanto dipende da noi

di Andrea Barolini

Il riscaldamento globale potrebbe far salire il livello degli oceani di 1,3 metri entro la fine del secolo. Ciò sulla base di un aumento della temperatura media globale di 3,5 gradi, rispetto ai livelli pre-industriali. Il che significherà uno sconvolgimento epocale della geografia dell’intero Pianeta, a causa delle numerose terre che verranno sommerse.

A spiegarlo è uno studio del Potsdam Institute for Climate Impact Research, pubblicato dalla rivista scientifica Climate Atmospheric Science e curato da un gruppo di 106 scienziati di tutto il mondo. Le cui proiezioni arrivano anche all’anno 2300: a quel punto, se non si agirà in tempo per diminuire le emissioni di gas ad effetto serra, la fusione dei ghiacci artici e della Groenlandia potrebbe provocare un innalzamento del livello dei mari di 5 metri.

Ma non è tutto. Anche prendendo in considerazione lo scenario più ottimistico, con un calo delle emissioni di gas ad effetto serra in grado di far centrare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi - ovvero non superare un riscaldamento globale di 2 gradi centigradi - nel 2300 i mari cresceranno di 2 metri.

Per comprendere cosa ciò comporti, basti pensare che circa 770 milioni di persone sulla Terra vivono a meno di 5 metri al di sopra del livello del mare. Parliamo del 10% della popolazione mondiale.

Le stime del Potsdam Institute rappresentano un allarme inedito, poiché si discostano nettamente da quelle precedenti: «È chiaro - ha commentato all’agenzia AFP Stefan Rahmstorf, co-autore dello studio - che le ipotesi indicate in passato erano troppo prudenti». Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (IPCC), ad esempio, aveva parlato di una crescita sensibilmente inferiore, in funzione dei differenti scenari presi in considerazione. «Ma le loro previsioni sono spesso caute, il che li ha già costretti a rivederle a più riprese», ha osservato Rahmstorf.
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2020-05-20 16:14:08 Un fondo sovrano è uno strumento di investimento pubblico che appartiene direttamente al governo di un Paese. Il più grande al mondo è il fondo pensione norvegese, con 930 miliardi di euro di patrimonio investito. È gestito dalla Banca Centrale della Norvegia e investe in almeno 9mila società in 77 Paesi del mondo.

Nelle scorse settimane ha stretto ulteriormente i criteri che guidano la decisione di investire o meno in un’azienda. E come conseguenza, il fondo inizierà un progressivo disinvestimento da diverse società,come i colossi del settore minerario Suisse Glencore (di cui detiene l'1,2%) e Anglo America (di cui possiede il 2.4%).

Un passo importante, anche se molti altri restano da fare: per esempio, restano per ora inalterati gli investimenti in BHP Billiton, gigante minerario australiano che per il momento è stato solo messo “sotto osservazione”.

E non solo. Quando parliamo di sostenbilità non possiamo pensare solo all’ambiente. Per questo la rete europea di azionariato attivo Shareholders for change ha chiesto al fondo di abbandonare anche gli investimenti nel comparto delle armi. In particolare riferendosi a Rheinmetall in occasione dell'annuale assemblea degli azionisti che, come sempre, non ha fornito alcuna risposta alle domande sul coinvolgimento nella produzione di bombe che vengono utilizzate, tra gli altri, nel conflitto in Yemen.

Investire in maniera sostenibile non è solo etico, ma è anche conveniente. Alcuni fondi se ne stanno accorgendo.
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