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Per un po' di anni la ricerca va avanti nel silenzio. Se ne in | CICAP

Per un po' di anni la ricerca va avanti nel silenzio. Se ne interessa uno dei maggiori chimici russi, Boris Deryagin, che ne diventa il principale sostenitore. La nuova acqua sembra bollire tra 200 e 300 °C, solidificarsi a -30 °C. È più densa, viscosa e stabile dell'acqua normale, e gli scienziati ipotizzano abbia una struttura a esagoni collegati.
Nel 1966, Fedyakin presenta al mondo la sua scoperta. Scoppia l'entusiasmo, molti cercano di replicare i risultati, non tutti ci riescono ma altri sì. Le ricerche sulla poliacqua arrivano su riviste prestigiose come Nature e Science; fra il 1962 e il 1974, sono oltre 500 le pubblicazioni scientifiche su quella che sembra una nuova branca della chimica. Qualcuno pensa addirittura a possibili applicazioni economiche (ad esempio, come antigelo); gli omeopati intravedono finalmente un supporto teorico alle loro dottrine.

Poi, il tracollo. Sempre più ricerche cominciarono a rilevare incongruenze nei dati, la struttura esagonale ipotizzata si rivela infondata, un'analisi spettroscopica della poliacqua scopre che è molto simile a sudore: acqua contaminata, niente di più. Nel 1973 è lo stesso Fedyakin a far marcia indietro su Nature: l'acqua anomala non era anomala affatto, conteneva solo impurità.
Testo di Sofia Lincos
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