2022-06-23 13:28:47
CONTRO I SOPRUSI DEI PROPRIETARI E CONTRO LA VIOLENZA DEI FASCISTI: STORIA DELLA REPUBBLICA DEI MINATORI DI ALBONA
Mancava ancora un anno all’inizio del Ventennio,il fascismo non aveva ancora messo le mani sui palazzi del potere ma non mancavano le violenze e le prevaricazione delle camicie nere.
Era il 1921, e i minatori di Albona (allora nel regno d’Italia, oggi in Croazia) erano abituati a lottare duramente per i propri diritti, per condizioni di vita più umane e per l’adeguamento dei salari. Quando però alle imposizioni dei padroni si aggiunse anche la prepotenza dei fascisti, le cose cambiarono. La Camera del lavoro di Trieste era stata data alle fiamme, e il leader sindacale Giovanni Pipano era stato pestato: anche per questo il 21 marzo di quell’anno i lavoratori decisero di autogestirsi e di organizzare autonomamente la produzione.
Non fu un semplice sciopero. I minatori di Albona volevano lavorare alle giuste condizioni: i padroni non erano disposti a concederglielo, e le camice nere difendevano gli interessi della proprietà. Per questo al grido di “la miniera è nostra” i lavoratori si diedero un’organizzazione a tutto tondo, dando vita ad una effimera, mai ufficialmente proclamata, ma così ricordata, Repubblica indipendente.
La repressione dei padroni e dello stato non si fece attendere, e fu durissima. Intervenne presto l’esercito, che lasciò sul terreno tre corpi. Era l’8 aprile quando la neonata Repubblica di Albona vide la sua fine, e i suoi rappresentanti furono mandati in prigioni e tribunali.
La battaglia giudiziaria vide la vittoria dei minatori.
La vittoria morale l'avevano già da tempo ottenuta sul campo.
Raccontiamo questa storia anche in Cronache Ribelli volume 2, che trovate qui: https://bit.ly/3pr0znL
453 viewsPaolo_17, 10:28