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Se questa è vita: Amazon, robot e intelligenza artificiale | Matteo Gracis

Se questa è vita: Amazon, robot e intelligenza artificiale

Ditemi voi se questa è vita”.
Con questa frase ho pubblicato questo video su alcuni miei canali social e si è scatenato il pandemonio!
Il video mostra una lavoratrice Amazon intenta a preparare pacchetti. Il classico lavoro in stile catena di montaggio o fabbrica che sia.
Per molti, nulla di strano e per altri ancora addirittura un lavoro privilegiato rispetto ad altri.
Ora io non voglio mancare di rispetto a nessuno e tanto meno giudicare quello che le persone fanno, per necessità o scelta che sia. Ma ribadisco, con convinzione, che passare 8 ore al giorno (minimo e bene che vada), 11 mesi l’anno per 50, facendo un lavoro simile, per quanto mi riguarda, non è vita, bensì qualcosa di alienante, di disumano e di profondamente innaturale. Se poi sono riusciti a mettervi in testa che tutto questo sia normale e giusto, a me non interessa.

Da ragazzino ci sono passato anch’io e penso che i lavori più duri e umili siano esperienze estremamente utili e costruttive. Il problema per me sorge nel momento in cui si difende un abominio del genere ritenendolo dignitoso per un essere umano.

E a proposito di Amazon: è iniziato di recente l’utilizzo sperimentale dei primi robot umanoidi. Entro il 2025 puntano a sostituire 200mila dipendenti.
Ma non è tutto: con l’avvento dell’intelligenza artificiale, solo in Italia, sono a rischio 8 milioni di posti di lavoro, 300 milioni a livello globale. E se pensate che il vostro lavoro sia al sicuro, perché… l’intelligenza artificiale non può fare tutto, forse avete fatto male i conti.

Se volete salvarvi, il mio consiglio è di iniziare a pensare e soprattutto comportarvi da veri esseri umani. In alternativa, continuate pure a fare i robot e tanti auguri.

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