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Domenica 5 settembre Dal Vangelo secondo Marco (Mc 7,31-37) I | CastelloRoganzuolo

Domenica 5 settembre
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 7,31-37)

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

Le cose incredibili si raccontano a tutti, Gesù! Probabilmente per convincersene per primi. Come a dire “io non me lo spiego, tu me lo sai spiegare?” E così la cosa incredibilmente bella che hai compiuto fa il giro. Come sarebbe bello raccontarsi solo cose incredibili, solo gesti di bene… È incredibile il lavoro incessante di chi accoglie i migranti, li salva notte e giorno, dà loro da mangiare. È incredibile una famiglia che salva bambini. È incredibile chi si occupa ogni giorno di disabili, persone in difficoltà, chi veglia persone in stato vegetativo in strutture di lungodegenza. Ma è incredibile anche chi li salva, chi opera sempre sotto urgenza. È incredibile che sa dire soltanto parole di conforto, amore, accoglienza senza il minimo giudizio. Come sarebbe bello se ci raccontassimo solo queste cose, se il nostro orecchio potesse aprirsi solo di fronte a questi racconti e i nostri occhi vedere solo il bene da fare. Sarebbe il nostro effatà.