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CON TONI NEGRI. 3/4: GENERAL INTELLECT E LAVORO IMMATERIALE | Le Gauche

CON TONI NEGRI. 3/4: GENERAL INTELLECT E LAVORO IMMATERIALE

Spesso ho letto alcune critiche al suo lavoro in cui la si accusa di porre fine alla differenza tra lavoro e capitale attraverso il concetto di lavoro immateriale. A me sembra, invece che le sue riflessioni mirino ad analizzare l’egemonia del lavoro immateriale, ovvero a chiarire come una certa forma di lavoro tende a diffondere i suoi elementi e le sue caratteristiche ad altre forme di lavoro e alla società in generale. L’egemonia del lavoro immateriale porterebbe alla costruzione di una cooperazione autonoma rispetto all’impresa capitalistica, in cui gli strumenti di lavoro sarebbero in gran parte le capacità generali delle persone, incorporate in esse – il general intellect.
Lei, dunque, mette in relazione l’egemonia del lavoro immateriale con l’affermazione di una nuova forma di lavoro nel determinare il surplus di produttività, nella creazione di plusvalore.

Sono d’accordo. Ragionare così significa seguire il meccanismo della tendenza. È questo qualcosa di assolutamente implicito nell’analisi marxiana che definisce un modo di lavorare e lo incorpora nel modo di produzione. Modo di lavorare e modo di produzione sono cose sempre diverse, ma sempre collegate – laddove il lavoratore fa muovere sistemi meccanici sempre diversi nello sviluppo storico del capitale e trae da questo rapporto forme del vivere, ma anche dove la trasformazione del lavoro (e del lavoratore) determinano nuovi sistemi di macchine. Questa serie di rapporti è raccolta nel concetto di “composizione tecnica” della forza-lavoro.

Questo può spiegarci perché ci sono forme di lavoro non capitalistiche che convivono nel capitalismo stesso.

Esattamente, così come ci sono diverse forme di sussunzione del lavoro nel capitale.

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