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I Dotti, esperti del settore ritennero che la cosa più sensata | 🇺🇸 ℙ𝕠𝕥𝕦𝕤 𝕀𝕥𝕒𝕝𝕪 🇮🇹

I Dotti, esperti del settore ritennero che la cosa più sensata da fare per non sentire più quel MALEDETTO, ASFISSIANTE, TERRIBILE, CALDO FOSSE:

"Togliersi volontariamente le piume di dosso"

E così fecero.

Questi geniali uccelli geniali, ormai spiumati, potevano così passeggiare felici all’interno di questa cupola illuminata
artificialmente dall’elettricità prodotta grazie alla fatica del loro lavoro quotidiano senza sentire caldo.

Tutti furono compiaciuti della loro intelligenza.

MA...

Essendo ormai bipedi e non volando più…
frequentemente sentivano il bisogno di sgranchire le ali.

In quello spazio ormai angusto, anche questa azione, una volta innocua, arrecava grande disagio ai vicini.

Gli uccelli infatti iniziarono a battibeccare, e per risolvere per sempre queste beghe sociali si decise di:

TAGLIARE DI NETTO LE ALI !!!

In fondo erano diventate inutili, (si ripetevano come un mantra fra loro) e grazie ai medicinali avrebbero
alleviato il dolore dell’operazione.

Si convinsero ripidamente di aver tolto una parte "superflua e innaturale” e poi diciamocelo, adesso secondo gli "esperti" erano molto più belli!

Tutti, silenziosamente, senza muovere una  piuma di protesta approvarono la nuova condizione.

Si schiusero le uova e nacquero tanti pulcini che giocavano,  si beccavano e provavano a volare;

Semplicemente ad essere felici.

Ma vedendosi così diversi dai genitori, chiesero il perché di una così marcata differenza.

Gli uccelloni DOTTI, COLTI E SAPIENTI risposero ai giovani pulcini, con il piglio autoritario di chi la sa lunga, che essere uccelli senza né piume né
ali rappresentava l'evoluzione, il domani, il futuro, la speciazione!

E dunque era tempo anche per loro di tagliarle per farli diventare come loro degli stupendi uccelloni intelligenti, colti e sapienti, bipedi senza né ali e né piume.

E tutti i genitori si ammassarono per prenotare il taglio delle ali prima degli altri.

Un uccellino ribelle però non accettò questa idea folle di farsi tagliare operare, dato chevla percepiva come profondamente  sbagliata.

Per questo motivo fu accusato, ingiuriato, escluso ed infine, processato, condannato ed esiliato da quella gabbia artificiale.

Soffrì tanto per essere stato escluso ed emarginato e si sentì in colpa per essere così diverso.

Una volta fuori però riscoprì il calore del sole, ma anche la pioggia sul viso e la gioia del vento dovuto ai volteggi in aria nella bellezza della spazio del cielo.

Fu scosso da un fremito.

Era la libertà che si manifestava in tutto il suo splendore ai suoi sensi.
Si sentì sereno, felice, entusiasta  e soprattutto GIUSTO.

Ma era solo.

Passarono i mesi e avvertì il bisogno di troncare quella sua condizione di solitudine forzata dentro un tal paradiso e si convinse che per essere veramente felice doveva condividere con tutti gli altri quanto scoperto.

Così un giorno, preso di coraggio, prepotentemente rientrò nella gabbia con tutto lo splendore e la magnificenza delle sue ali integre spiegate.

Di fronte a se purtroppo trovò uno stormo di uccellini bipedi, smilzi, deboli, spiumati e con le ali mozzate.

Rimase muto e senza pronunciare un suono volò via disperato.

La sua apparizione tuttavia non fu vana.

Decine di pulcini non ancora amputati, in un impeto d’istinto irrefrenabile spiegarono le loro ali e spiccarono il volo insieme a lui.

Da quel momento divennero stormo e tornarono a vivere la bellezza della libertà dell’essere uccelli.

Quando fu il tempo tornarono nella gabbia, ma stavolta erano tanti e forti e la distrussero per sempre.

Per ricordare ai posterì quanto accaduto decisero di edificare una monumento con sopra una scritta  nella roccia ad imperitura memoria che diceva:

“Mai più la voce dell'istinto dovrà essere scavalcata da quella dell'intelligenza”.

Gaspare Russo.