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#Solidarietà #Migranti #Coronavirus Tigre odia fare l’elemosi | Social&Positive News - L'informazione che fa bene

#Solidarietà #Migranti #Coronavirus

Tigre odia fare l’elemosina. Tigre dice che finché sarà in salute, ogni cosa che ottiene dovrà guadagnarsela. Tigre ha smesso di guadagnare a maggio. Faceva il magazziniere in un’azienda dell’hinterland milanese ma per colpa della crisi dovuta al coronavirus ha perso il lavoro e, inevitabilmente, anche la casa perché non era più in grado di pagare l’affitto.

Così, Tigre ha deciso di dormire all’addiaccio in mezzo agli alberi di villa Scheibler, Quarto Oggiaro. Una, due, tre… tante notti sotto le stelle perché, dice, “non avrei mai chiesto di farmi ospitare da qualcuno non essendo in grado di ricambiare l’aiuto”.

Tigre è il soprannome di Mehmood Zuhiar, cittadino pakistano residente in Italia dal 2000. Ora non dorme più al chiaro di luna ma ha trovato riparo nella casina del parco da tempo affidata alle Brigate volontarie per l’emergenza “Mario Vargas”. Sono loro che ogni settimana distribuiscono i pacchi alimentari di Emergency, pacchi consegnati ai cittadini travolti dalla crisi economica scatenata dalla pandemia. Il 70% è composto da famiglie italiane, il restante 30% da immigrati.

Ma Tigre come avrebbe potuto ricambiare questa ospitalità? Semplice: nel quartiere sono aumentate le persone che hanno bisogno di aiuto, lui ha deciso di trovarle e di indirizzarle dove, questo aiuto, potranno ottenerlo. “Spesso – racconta – gli anziani non sanno a chi rivolgersi e hanno paura a mettere il naso fuori da casa, io porto le loro richieste di soccorso”.

In questo modo, raccontano le Brigate, tanti indigenti hanno ricevuto assistenza. E la ricerca di Tigre continua. Sì, ma perché Tigre? “Perché – risponde Mehmood - mi piace dare l’idea di essere forte e la mia forza la metto a disposizione dei deboli”.

Grazie a Massimo Lorello per aver raccontato la storia di Tigre nel suo blog su Repubblica “Detto tra noi”.