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#Migranti #Lavoro Papa Latyr Faye è arrivato dal Senegal in I | Social&Positive News - L'informazione che fa bene

#Migranti #Lavoro

Papa Latyr Faye è arrivato dal Senegal in Italia quattordici anni fa, raggiungendo suo zio, Mbaye Ndiaye, in Puglia a San Severo, provincia di Foggia. Entrambi lavorano per anni come braccianti nei campi di pomodoro e alla raccolta di olive affrontando una realtà durissima. «Non solo abbiamo vissuto lo sfruttamento sulla nostra pelle, dettato dall’arroganza e dall’ignoranza. Ma abbiamo visto tante, troppe persone migranti vivere in ghetti, in baracche, come in un paese del dopoguerra, in condizioni disumane».

Come racconta Rosy Battaglia in “Storie dal futuro”, la bella newsletter della rivista Valori, nel 2012 Papa decide di denunciare le illegalità e i soprusi che viveva nei campi e nel 2016, insieme allo zio e alla giurista Assunta La Donna, «la prima italiana che ci ha sostenuto in questo sogno», fonda l’associazione Ghetto Out riuscendo da lì a poco a realizzare il suo sogno.

Ottiene dalla Regione Puglia la gestione di un’azienda agricola e qui lancia un progetto unico nel suo genere: “Casa Sankara” che offre ai braccianti stagionali diritti umani fondamentali, come un tetto sicuro sopra la testa e il riconoscimento di un salario equo. All’interno dell’azienda agricola apre una foresteria e poi una sartoria, un laboratorio di musica e uno sportello di assistenza socio-legale.

Oggi Casa Sankara accoglie 500 migranti che lavorano nell’azienda agricola Fortore e, grazie ad una collaborazione con Coldiretti, per altre aziende sul territorio. Tutti vivono e lavorano in condizioni dignitose e legali ricevendo "la giusta busta paga”.

Il frutto di tanto impegno è ora sugli scaffali di tante Coop d’Italia, con “Riaccolto”, il marchio dei pomodori pelati di Casa Sankara. «Abbiamo dimostrato che c’è un prezzo sostenibile per tutti. Per chi lavora, per chi vende e per chi acquista. Tutti ci guadagnano in modo equo».