🔥 Burn Fat Fast. Discover How! 💪

Il Cile, per alcune settimane, ha avuto in mano il suo destino | Valori.it

Il Cile, per alcune settimane, ha avuto in mano il suo destino. Un avvenire in qualche misura rivoluzionario, racchiuso in un libretto blu che dall’inizio dello scorso mese di luglio ha cominciato a circolare nelle cassette della posta, nelle piazze, nei mercati. E in formato digitali sui social network. Quel libretto si intitolava “Costituzione politica della Repubblica del Cile”.

Scritta dai 154 membri della Convenzione costituzionale eletta nel maggio del 2021, era stata consegnata al presidente progressista Gabriel Boric il 4 luglio di quest’anno. Una Carta che avrebbe fatto entrare il Paese in un’era progressista e inclusiva, promuovendo la lotta alle diseguaglianze sociali e di genere, la tutela delle differenti culture presenti in Cile, imponendo la questione climatica nell’agenda politica e i diritti delle popolazioni autoctone. O ancora concedendo allo Stato la possibilità di creare imprese pubbliche in concorrenza con quelle private. E sancendo il diritto all’aborto, alla salute pubblica, all’istruzione, alla casa. Senza che tutto ciò debba dipendere dai mercati.

Centosettanta pagine per voltare pagina, definitivamente, rispetto alla Carta liberticida che fu scritta nel 1980 dal regime dittatoriale fascista di Augusto Pinochet e approvata con un plebiscito e senza che un’opposizione potesse aver voce in capitolo. E che fece della nazione sudamericana, tra le altre cose, una culla del capitalismo ultra-liberista.

Il verdetto è stato senza appello. Il 61,9% degli elettori ha rigettato il progetto di nuova Costituzione.