🔥 Burn Fat Fast. Discover How! 💪

Sicurezza&Lavoro 🛠 ⚠️

Logo of telegram channel sicurezzaelavoro — Sicurezza&Lavoro 🛠 ⚠️ S
Logo of telegram channel sicurezzaelavoro — Sicurezza&Lavoro 🛠 ⚠️
Channel address: @sicurezzaelavoro
Categories: Education
Language: English
Subscribers: 110
Description from channel

Canale dedicato a informazioni sul mondo della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro
Per comunicare con noi o richiedere info su specifici argomenti: @sicurezzaelavoro_bot

Ratings & Reviews

1.50

2 reviews

Reviews can be left only by registered users. All reviews are moderated by admins.

5 stars

0

4 stars

0

3 stars

0

2 stars

1

1 stars

1


The latest Messages 3

2021-09-02 14:58:53 Interessante articolo su Piano Pandemico e Sicurezza sul Lavoro. Buona lettura...e riflessione..

#DLgs8108 #sicurezzasullavoro #covid #ILS

https://www.uilpa.it/notizie/5634-un-nuovo-piano-pandemico-per-la-sicurezza-sul-lavoro
20 views11:58
Open / Comment
2021-09-01 15:34:17 Articolo interessante riguardo la sanificazione dei climatizzatori e degli impianti di condizionamento, una prassi da non trascurare mai, anche se l'estate sta terminando, perché l’emergenza sanitaria in corso la rende ancora più necessaria.

Vale soprattutto all’interno di un ambiente chiuso come un luogo di lavoro, dove è essenziale, oltre che obbligatorio per legge, preservare la salubrità dell’aria respirata.

#sicurezzasullavoro #DLgs8108 #informazione #comforttermico #rischi

https://www.ariasicura.it/sanificazione-climatizzatori-procedure-corrette/
27 views12:34
Open / Comment
2021-08-31 18:52:24 Lavoro: Inail, in 7 mesi +8,3% infortuni, 677 morti (-5,4%) - Ultima Ora - ANSA

#DLgs8108 #sicurezzasullavoro #Obiettivo18 #ItaliaLovesSicurezza

https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2021/08/31/lavoro-inail-in-7-mesi-83-infortuni-677-morti-54_69cbc829-2a93-44ff-934a-2cc9fb25989f.html
35 viewsedited  15:52
Open / Comment
2021-08-31 15:53:27 "Dopo 30 anni di attività giudiziaria in materia di sicurezza sul lavoro mi sono convinto che punendo di più non si ottengano maggiori risultati. Occorre prevenire gli incidenti e per farlo servono controlli quantitativamente e qualitativamente incisivi e un rafforzamento del potere sospensivo dell’attività di impresa che già abbiamo."

#DLgs8108 #sicurezzasullavoro #Obiettivo18

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/08/28/sicurezza-sul-lavoro-il-nuovo-capo-dellispettorato-ci-serve-maggiore-potere-di-chiudere-le-aziende-che-violano-le-norme-avanti-con-la-legge-sulla-procura-nazionale-ad-hoc/6299093/amp/
31 views12:53
Open / Comment
2021-08-30 18:27:10 Società Italiana di Psichiatria Sociale. «Non bisogna poi sottovalutare il ruolo protettivo di famiglia e amici: anche coltivare le relazioni previene il burnout. Se però si scivola pian piano nella sindrome, è essenziale saper riconoscere le proprie emozioni e chiedere aiuto, senza pensare di poterne uscire da soli: se la pressione lavorativa aumenta troppo si può arrivare anche a un disturbo mentale vero e proprio». Le soluzioni sono quelle messe in atto per risolvere lo stress lavoro-correlato: «Possono aiutare tecniche di rilassamento e meditazione, mindfulness, tecniche cognitivo-comportamentali di ristrutturazione cognitiva o di recupero psicologico», conclude Lo Presti.

#stress #sicurezzasullavoro #ItaliaLovesSicurezza
34 viewsedited  15:27
Open / Comment
2021-08-30 18:27:10 Tempo libero come antidoto contro il burnout

È molto importante mettere in agenda qualche ora da dedicare ai propri interessi, al di fuori degli impegni lavorativi e familiari. Le aziende dovrebbero sapere che anche per la produttività non conviene «spremere» troppo i dipendenti

In una società iper-competitiva e dopo un anno e mezzo di pandemia che ha messo a dura prova moltissimi lavoratori per i più diversi motivi, non stupisce che la sindrome da burnout sia stimata in crescita. Ma è possibile prevenirla e poi, se proprio non si riesce a evitarla, venirne fuori? La risposta è sì a entrambe le domande, ma non è certo scontato riuscirci. La prevenzione per esempio è fondamentale, ma serve innanzitutto che i datori di lavoro ne comprendano l’importanza e non sempre è così: «La prevenzione viene vista come un costo inutile, invece è un investimento per evitare spese future se i dipendenti vanno incontro a burnout», spiega Alessandro Lo Presti, docente di psicologia del lavoro e delle organizzazioni dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli. «Questa sindrome infatti impatta sul singolo lavoratore ma la ridotta produttività ha inevitabili conseguenze sui costi organizzativi, per non parlare delle spese per rimpiazzare temporaneamente o definitivamente chi si assenta per malattia o si dimette».

Azione strategica
Come capire se la propria azienda sta facendo il possibile per prevenire il burnout dei dipendenti? «I meccanismi organizzativi e lavorativi che favoriscono il problema sono in gran parte sovrapponibili a quelli alla base dello stress lavoro-correlato: la normativa al riguardo, ovvero il Decreto Legislativo 81/08, prevede che le aziende eseguano la valutazione dello stress e intervengano sui fattori di rischio e ciò può ridurre anche la probabilità di burnout», risponde Lo Presti. «L’efficacia preventiva dipende da caso a caso: in alcuni contesti, per esempio quello sanitario o scolastico, la consapevolezza del fenomeno è già elevata e spesso sono previsti interventi; in ambiti emergenti o “periferici” in termini di importanza economica, valenza sociale o numero di addetti c’è invece una minore sensibilità e sono possibili maggiori rischi, pensiamo per esempio ai lavoratori della cosiddetta “gig-economy” (ovvero i freelance o part-time che non hanno contratti fissi né a tempo pieno, ndr).

Valutazione dello stress
Per tutelarsi a livello giuridico, il lavoratore può pretendere che l’azienda esegua regolarmente una valutazione dello stress lavoro-correlato e che intervenga seriamente sulle eventuali criticità: a volte però ci si ferma a una logica “adempitiva”, i test vengono fatti perché sono obbligatori ma non si tiene davvero conto dei risultati e le criticità vengono stemperate nel documento di valutazione dei rischi. Un’azienda virtuosa, inoltre, dovrebbe formare e informare i dipendenti sul tema ed essere attenta ai loro bisogni, oltre che migliorare ove possibile l’organizzazione del lavoro. Purtroppo su questi aspetti i lavoratori difficilmente possono influire».

Risorse individuali
Entrano perciò in campo le risorse individuali: posto che se ci si accorge di lavorare in un ambiente «tossico» non sempre è facile licenziarsi e cambiare, è bene riuscire quantomeno a distanziarsi psicologicamente dal lavoro e compensare con attività personali che aiutino al recupero. Come consiglia lo psicologo: «Non portarsi il lavoro a casa e saper staccare rilassandosi è la prima regola. Va bene la meditazione, ma anche dedicarsi al proprio hobby o a un’attività sportiva: l’essenziale è trovare tempo per sé lontano dal lavoro, mettendo letteralmente in agenda il tempo libero. Non dobbiamo ritagliarcelo quando capita, deve essere una vera priorità a cui dedicare spazio ogni giorno», raccomanda Lo Presti. «Essere consapevoli dei propri limiti è altrettanto necessario: pianificare al meglio il lavoro delegando o chiedendo aiuto, ridurre le ore di troppo, condividere le proprie esperienze lavorative sono metodi utili a salvaguardarsi e a non spingere troppo sull’acceleratore», interviene Andrea Fiorillo, presidente della
32 views15:27
Open / Comment
2021-08-28 12:55:08 Il datore di lavoro può richiedere, per una volta soltanto, un anticipo fino al 75 % della spesa complessiva rimborsabile per la realizzazione dell’intero pacchetto degli interventi. E fino alla fine dei lavori, per un anno al massimo, riceve dall’Inail il 60% della retribuzione versata al lavoratore con disabilità.

I destinatari
Tutti i lavoratori con disabilità da lavoro muniti di assicurazione Inail possono beneficiare degli interventi finalizzati al reinserimento lavorativo. Possono essere sia dipendenti (o con contratto di lavoro parasubordinato), a tempo determinato e indeterminato, sia autonomi (ma non in caso di reintegro con mansione diversa), che dopo un infortunio sul lavoro (o durante il tragitto casa-lavoro) o una malattia professionale hanno riportato un danno fisico, psichico o sensoriale, che limita la resa lavorativa o la rende più difficoltosa. Si sono ritrovati sulla carrozzina, senza un arto, con un disturbo al sistema nervoso o al sistema muscoloscheletrico. Ne sono un esempio il camionista precipitato da una scarpata che ha subìto l’amputazione della gamba, l’operaio che cadendo da un ponteggio ha riportato una lesione midollare, ma anche chi ha perso la mano per un incidente avvenuto nel proprio pastificio o chi non può più guidare il trattore a causa di ernie al disco dovute proprio all’uso prolungato del mezzo.

Idoneità
Non è indispensabile che il medico del lavoro o il servizio di prevenzione dell’Asl rilasci al lavoratore un giudizio di idoneità parziale (temporanea o permanente) o di assoluta inidoneità alla mansione specifica. Per ottenere gli adeguamenti necessari al reinserimento lavorativo, precisa l’Inail nella circolare 34 dell’11 settembre 2020, è sufficiente che con la sopraggiunta disabilità risulti più faticoso e più difficoltoso fare il proprio lavoro, pur restando idonei all’impiego. In questo caso l’accertamento dei danni fisici o mentali e delle conseguenti limitazioni funzionali del lavoratore è di competenza dell’Inail. Ovviamente, il riconoscimento della disabilità da lavoro dovrà basarsi su una pregressa denuncia di infortunio inviata dal datore di lavoro all’Ente. «In situazioni di grave svantaggio — suggerisce l’avvocato Bandiera —, a prescindere dalla tipologia di disabilità, si consiglia al lavoratore di inoltrare la domanda di riconoscimento dell’handicap all’Inps, che ai sensi della legge 104 dà diritto di ottenere tre giorni di permesso dal lavoro ogni mese e riposi giornalieri di una o due ore regolarmente retribuiti».

Esclusioni e richieste
Sono esclusi dalle agevolazioni per la reintegrazione lavorativa i soggetti non qualificabili come lavoratori in senso stretto, anche se tutelati dall’Inail, come studenti e casalinghe, nonché i dipendenti pubblici assicurati attraverso il sistema della gestione per conto dello Stato, sempre attuato presso l’Inail («per i quali le prestazioni erogate sono a carico del bilancio delle amministrazioni statali interessate» secondo la circolare 51 del 2016). Il cittadino interessato o il datore di lavoro devono fare richiesta alla sede territoriale Inail di poter beneficiare degli interventi necessari al reinserimento lavorativo. Dopo aver verificato i requisiti, l’Inail elabora un progetto di reintegro personalizzato e condiviso con l’azienda, sulla base dell’analisi dei bisogni e delle esigenze concrete del lavoratore disabile.

(Fonte: Corriere della Sera - Salute)
https://www.corriere.it/salute/disabilita/21_agosto_21/tornare-lavoro-un-infortunio-quali-sono-passaggi-seguire-d6c8e170-d983-11eb-9b34-ea2fae57adbd.shtml
39 views09:55
Open / Comment
2021-08-28 12:55:08 Tornare al lavoro dopo un infortunio
Quali sono i passaggi da seguire
Tornare al lavoro dopo un infortunio Quali sono i passaggi da seguire


In seguito a un incidente che causa disabilità è possibile essere reintegrati nel proprio ruolo se le condizioni lo consentono, oppure ottenere una diversa mansione

Un danno alla schiena, la perdita di una mano o di una gamba, una brutta frattura in seguito a un incidente avvenuto sul luogo di lavoro (o a una malattia professionale), possono rendere difficile, e in certi casi impossibile, tornare a fare il lavoro di prima. Ma la persona con una disabilità lavorativa non può essere condannata alla disoccupazione, il suo reinserimento professionale è un diritto. Il datore di lavoro, usufruendo di un finanziamento dell’Istituto nazionale assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail), ha l’obbligo, infatti, di garantire gli interventi necessari a reintegrare il lavoratore nella sua mansione: dai device sensoriali che permettono l’uso del computer, alle porte automatizzate, servizi igienici e ascensori accessibili, impianti domotici e adattamenti degli arredi in ufficio.

Impossibilità a svolgere le stesse mansioni
Non perde il lavoro, nè può essere tantomeno licenziato, neppure chi a causa delle ridotte capacità psico-fisiche non può tornare a svolgere le stesse mansioni: in questo caso il lavoratore ha diritto a una nuova occupazione, anche presso un’altra azienda. Lo stabilisce la legge 190 del 2014, che impegna l’Inail a rimborsare alle aziende la realizzazione di piani di superamento delle barriere architettoniche e di adattamento degli strumenti per consentire alla persona con una disabilità da lavoro di continuare a esercitare il suo mestiere, o anche di agevolarlo. Questo indipendentemente dalla gravità del danno e delle condizioni di salute: conta che la persona riscontri difficoltà motorie, sensoriali, di apprendimento e di relazione dovute all’infortunio lavorativo (o alla malattia professionale), che compromettono la sua prestazione lavorativa o ne rendono più faticoso lo svolgimento o l’accesso al luogo di lavoro.

Le regole
La legge prevede la parità di trattamento tra persone disabili e normodotate. Ma il diritto al reinserimento professionale dopo un evento lesivo, oltre a essere poco noto tra i cittadini, può talvolta incontrare la ritrosia dei datori di lavoro. Eppure «un’azienda accessibile a tutti, compresi i portatori di disabilità, ha senz’altro una competitività organizzativa maggiore» commenta Paolo Bandiera, avvocato e coordinatore del Gruppo di lavoro nazionale «Occupazione e disabilità» della Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish). Il contributo offerto dall’Inail consente, tra l’altro, di adempiere a un altro obbligo per le aziende: «Tutte quelle con almeno 15 dipendenti fino a 35, anche se non prevedono nuove assunzioni — ricorda Bandiera —, sono tenute per legge ad assumere un lavoratore con disabilità, due se hanno da 36 a 50 occupati. Mentre nelle aziende con un numero superiore di dipendenti i portatori di disabilità devono rappresentare il sette per cento del personale».

I finanziamenti
Sono previsti fino a 150mila euro a fondo perduto per ogni progetto personalizzato. Di questi, 135mila euro sono destinati agli interventi di superamento o abbattimento delle barriere architettoniche (come inserimento di rampe o di dispositivi di sollevamento verticale, adeguamento dei percorsi verso la postazione di lavoro, accessibilità di ascensori e servizi igienici, modifica o automazione delle porte o degli infissi, interventi domotici) e agli adattamenti degli arredi della postazione di lavoro, degli strumenti (anche informatici) e dei mezzi usati per eseguire la propria mansione. Gli altri 15mila euro (l’importo rimborsabile deve essere pari al 60 per cento dei costi sostenuti dall’impresa) servono per istruire la persona con disabilità all’utilizzo della nuova attrezzatura, per la sua formazione e per il servizio di guida e supervisione della sua attività.
30 views09:55
Open / Comment
2021-08-27 13:33:38 Un buon consiglio...

https://twitter.com/SferaIngegneria/status/1431164670589689856?s=09
34 viewsedited  10:33
Open / Comment
2021-08-27 13:01:27 DPI e lavoro dipendente: il tempo per indossarli deve essere retribuito - FISCOeTASSE.com
https://www.fiscoetasse.com/rassegna-stampa/31041-dpi-e-lavoro-dipendente-il-tempo-per-indossarli-deve-essere-retribuito.html
32 views10:01
Open / Comment