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Buonasera viaggiatorə! Oggi volevo parlarvi di un grande pr | Haide! ✨

Buonasera viaggiatorə!

Oggi volevo parlarvi di un grande progetto mai realizzato: la più grande moschea d’Europa.

Per circa 15 anni e sin dalla prima presidenza di Traian Babescu (2004-2009) i governi di Romania e Turchia hanno discusso la possibilità di costruire una moschea a Bucarest e una chiesa ortodossa (poi struttura per pellegrini) a Istanbul.

Nel 2015, con il decreto governativo n.372, il premier Victor Ponta mise ufficialmente a disposizione un terreno di 11.000 mq, ad uso gratuito per i primi 49 anni.

Mufti Yusuf Murat, rappresentante dei musulmani in Romania, parlò della moschea come necessaria per riportare le varie comunità informali sotto controllo. Qualche tempo dopo si riferì al progetto in maniera più modesta (capienza di 1500 persone), perché effettivamente non era necessario costruire la più grande moschea d’Europa con una comunità sparsa di appena 10000 fedeli (che inoltre aveva già quattro moschee).

Questa però fu l’idea che rimase impressa nell’opinione pubblica, dando il via a manifestazioni, interventi, campagne social, ecc.

In generale, persino i musulmani non sembravano particolarmente entusiasti. Il luogo scelto per la costruzione era troppo distante dall’area di residenza (la minoranza turca si concentra a est) e inoltre sembrava improbabile che sciiti, sunniti e salafiti avrebbero pregato nella stessa moschea.

La destra, i nazionalisti e i cristiano-ortodossi più radicali parlavano della moschea come atto politico tra Bucarest e Istanbul, non credevano all’idea di un’opera di pubblica utilità. Quest’argomentazione è stata utile per conferire una certa legittimità alle proteste. Buona parte dei manifestanti infatti pensava che la Romania fosse minacciata dai crescenti flussi migratori verso l’Europa e da un’imminente islamizzazione. Di questo, la moschea ne era la prova.

Il decreto che aveva garantito il terreno alle autorità musulmane è scaduto nel 2018. Nell’eventualità di un nuovo progetto sarà necessario partire da zero con l’iter legislativo.

Questa vicenda racconta bene il crescente clima di odio e diffidenza nei confronti delle comunità musulmane, anche dove sono piuttosto ridotte, come nel caso di Bucarest.

La SETA, un istituto no-profit con l’obiettivo di produrre analisi aggiornate su politica, economia e società, pubblica ogni anno l’European Islamophobia Report con gli ultimi dati su ogni paese europeo.
Potete consultarlo qui: https://www.oic-oci.org/upload/islamophobia/2019/SETA_European_Islamophobia_Report_2019.pdf

Cosa troviamo nella scheda sulla Romania?

Premessa: in Romania vivono circa 65000 musulmani, ovvero lo 0,34% della popolazione. La loro integrazione e presenza non è di grande interesse per l’agenda politica del paese.

Non si sono verificati episodi significativi nel 2019, anche se è forte la retorica islamofoba e anti immigrazione. L’ECRI mette in luce l’incapacità del sistema rumeno di raccogliere dati a riguardo, soprattutto perché spesso le vittime non denunciano.

L’unico passo avanti da parte del parlamento è stato il rifiuto di una proposta di legge che bandiva la possibilità di coprire il viso a scuola.

Conoscevate questo progetto? E il report? Potete cercare anche l’Italia, giusto per capire a che punto siamo

Buon inizio settimana!