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Social&Positive News - L'informazione che fa bene

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Canale dedicato al giornalismo costruttivo con notizie positive su solidarietà, ambiente, diritti, innovazione sociale.
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The latest Messages 3

2021-08-01 17:09:13
Non so voi ma oggi mi sono davvero emozionata a guardare il nostro Marcell Jacobs vincere i 100 metri a #Tokyo2020!
Per capire quanto straordinaria è quell'impresa e quanta forza c'era in ogni sua falcata leggete quello che ha scritto lui stesso qui.
Buona, buonissima domenica!
319 viewsedited  14:09
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2021-07-23 09:30:05 #Casa #Diritti

Il 26 settembre a Berlino si voterà un referendum che potrebbe rivoluzionare il diritto alla casa. Quasi 260.000 cittadini, un numero record per la storia tedesca, hanno infatti sottoscritto il quesito referendario che prevede la socializzazione degli alloggi.

Se approvato, il referendum obbligherà i grandi proprietari di immobili (che possiedono cioè almeno 3.000 case) a venderne parte alla città che poi li darà in affitto a prezzo calmierato. Quello che fino ieri era un’utopia, da oggi è una richiesta «legalmente ammissibile».

Obiettivo del referendum è offrire una risposta sociale all’esplosione del mercato degli affitti e alla crisi abitativa che ormai da tempo sta colpendo la capitale tedesca come molte altre metropoli mondiali.

Il patrimonio di case sottratte al monopolio dei grandi gruppi del mattone verrà quindi trasferito a «un’istituzione di diritto pubblico amministrata attraverso la partecipazione democratica della comunità di cittadini e affittuari, il cui statuto preveda il divieto di privatizzare gli appartamenti» spiegano i promotori del referendum.

Del resto gran parte di quegli immobili erano di proprietà dello Stato che, soprattutto dopo la caduta del Muro, li ha venduti per fare cassa. «Rivogliamo le nostre case. La maggior parte degli alloggi di proprietà dei grandi gruppi apparteneva allo Stato, costruite e pagate con i soldi dei berlinesi. Prima che il Senato li svendesse agli immobiliaristi a prezzi ridicoli», ricordano gli attivisti dell’associazione per il diritto all’abitare promotrice del referendum.
255 views06:30
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2021-07-16 09:30:06 Piccola comunicazione di servizio.
Mi scuso se in questo periodo sono un po' latitante. L'estate mi distrae ;) ma tra qualche settimana tornerò ad essere più assidua.
Intanto un caro saluto a tutte e tutti voi ovunque siate!
90 views06:30
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2021-07-06 09:30:00
Animali che riparano agli orrori degli umani. Come Magawa, il topo che per cinque anni ha annusato il terreno in Cambogia scovando bombe e mine antiuomo sepolte in decenni di conflitti
Addestrato da Apopo, l’organizzazione non governativa belga specializzata in sminamento, Magawa ha aiutato a liberare oltre 225mila metri quadrati di terreno, equivalente a 42 campi da calcio.
Sono decine i ratti addestrati come lui in Cambogia a rilevare l’odore delle sostanze esplosive ma Magawa è il più veloce di tutti: può ripulire un’area delle dimensioni di un campo da tennis in 30 minuti, cosa che richiederebbe a un essere umano quattro giorni usando un metal detector.
Ora Magawa va in pensione, dopo aver permesso a tante "comunità locali di vivere, lavorare, giocare senza paura di perdere la vita o un arto".
Grazie piccolo grande topo!
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2021-06-30 09:30:06
#Ambiente #Attivismo
Quella che vedete è Maida Bilal, una delle vincitrici del Goldman environmental prize 2021, il premio Nobel dell’attivismo ambientalista. Maida è stata premiata perché ha guidato 300 donne del suo villaggio, in Bosnia-Erzegovina, contro la costruzione di due dighe e di una centrale idroelettrica sul fiume Kruščica, fiume selvaggio paradiso di biodiversità.
Per 503 giorni hanno bloccato pacificamente un ponte impedendo l’ingresso di mezzi pesanti, bulldozer e materiale da costruzione. Così facendo hanno definitivamente cancellato il progetto che avrebbe messo a rischio la vita del fiume e del villaggio.
A questo link le storie degli altri cinque vincitori del premio, anzi delle cinque vincitrici visto che 5 su 6 sono donne. Storie che mostrano come anche la sola determinazione di una persona possa fare la differenza.
200 views06:30
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2021-06-24 09:30:06 #Sostenibilità #Riuso

In Nigeria l’inquinamento da plastica rappresenta un problema di difficile gestione. La plastica abbandonata riempie le strade e spesso termina nel mare, tanto che il Paese africano è al nono posto nel mondo per l’inquinamento degli ambienti marini.

Ma la situazione sta iniziando a cambiare, anche grazie ad un progetto realizzato da un’associazione locale, la Development Association for Renewable Energies, nella provincia di Kaduna. Qui le bottiglie di plastica sono diventate la materia prima per costruire abitazioni confortevoli e a basso costo.

Per fare una casa servono circa 14mila bottiglie, raccolte per strada e nelle discariche. Il progetto di Kaduna impiega studenti e disoccupati, che riempiono le bottiglie di sabbia prima di collocarle in soluzione di colla naturale e fango.

Il risultato è una casa che costa un terzo in meno delle abitazioni tradizionali ed è fino a diciotto volte più resistente di quelle in muratura e perfettamente antisismica.

Ora l’associazione spera di ottenere fondi per poter proseguire il progetto che può rappresentare una soluzione sia per le esigenze abitative della popolazione, sia per l’ambiente.
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2021-06-08 09:30:06 #Turismo #Sostenibilità

Se avete un camper o una roulotte e state pensando alle vacanze, date un’occhiata a Agricamper Italia, la piattaforma che supporta il turismo rurale in movimento, fondata da Pauline Nava, giovane imprenditrice italo-francese.

Viaggiatori in camper e van possono sostare gratuitamente per 24 ore in oltre 100 strutture private diffuse in tutta Italia, come fattorie, agriturismi, aziende agricole e vitivinicole.

Per accedere al servizio, basta iscriversi alla piattaforma, versare la quota annuale di 29€ e scegliere dove sostare consultando schede dettagliate sulle strutture, servizi, percorsi e coordinate Gps. Il tutto è disponibile anche via app.

Insomma un modo semplice e sostenibile per viaggiare trascorrendo un giorno e una notte in luoghi bellissimi, in tutta sicurezza e libertà.
252 views06:30
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2021-06-03 09:30:06
«Un’Italia in movimento, che applica precetti di sobrietà e di ostinazione, che crede nella dignità del lavoro, che si batte contro il suo sfruttamento e ritiene che esso, oltre a fornire compensi economici, induca un cambio di passo nella propria vita, apra inedite prospettive e poi svolga un servizio di cui beneficia una collettività più vasta, di cui si avvantaggiano un luogo e un territorio. Che contenga un elevato tono di civismo».
«Un’Italia che resiste, si dà da fare, e che va sperimentando nuove forme comunitarie, nuovi lavori, nuovi sistemi cooperativi, nuovi modi di abitare, nuove relazioni con il territorio, un nuovo ambientalismo, nuove virtù civiche».

Andate in libreria e comprate il bel libro di Francesco Erbani “L’Italia che non ci sta. Viaggio in un paese diverso” (Einaudi): 14 storie, 14 luoghi dove si fa impresa sociale, civile, responsabile, senza ambire a nessuna eccezionalità. Dai muretti della Costiera Amalfitana ai boschi emiliani di Succiso, dal sottosuolo del Rione Sanità al Cilento.
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2021-05-31 09:30:05 #Comunità #Salute

A Bergamo un gruppo di psicologi ha condotto nei primi mesi di quest’anno una ricerca sugli abitanti dei diversi quartieri della città alla luce della pandemia, dalla quale emergono dati molti interessanti. Uno su tutti: là dove il senso di comunità è più debole, lì gli effetti della pandemia sono più devastanti dal punto di vista psicologico ed emotivo. I quartieri dove tra i cittadini è più basso il senso di comunità e appartenenza hanno registrato durante la pandemia un aumento più consistente di depressioni e stati d’ansia, anche gravi.

Che il sentirsi parte di una comunità rappresenti un aspetto fondamentale della nostra salute psichica è noto in medicina, tuttavia dallo studio condotto a Bergamo emerge quanto il luogo dove si vive, inteso come spazio sociale e non solo territoriale, giochi un ruolo cruciale nella nostra capacità di reagire a situazioni critiche, come appunto è stata la pandemia. Ed è soprattutto nel lungo periodo che il senso di comunità ha svolto e continua a svolgere un ruolo determinante nello “spezzare la traiettoria di ricadute negative della crisi pandemica sulla psiche dei cittadini”.

Oltre a confermare il fatto che le persone inserite in reti sociali stanno meglio, sia sotto il profilo psicologico che fisico, lo studio bergamasco evidenzia un altro dato molto importante: per condividere un concreto senso di comunità non basta essere integrati nella società. E’ necessario, spiegano i ricercatori, interiorizzare una idea di comunità che includa, oltre alle persone che conosciamo, anche gli estranei con i quali condividiamo gli spazi e i servizi.
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2021-05-27 09:30:06 #Animali #Alimentazione

Stamani una buona, buonissima notizia per gli animali e per tutti noi. La Regione Emilia Romagna ha approvato una legge che vieta le gabbie negli allevamenti. È la prima in Italia. Si tratta di un piccolo ma importante passo verso l'abbandono degli allevamenti intensivi, un modello insostenibile per gli animali, per il nostro sistema alimentare e per il benessere del pianeta.

La rinuncia alle gabbie è un passaggio necessario per ridiscutere il sistema degli allevamenti intensivi, che – specialmente nella pianura padana – provoca danni ambientali enormi, oltre all’incalcolabile sofferenza che causa agli animali prigionieri di queste strutture.

L’industrializzazione dei sistemi di allevamento intensivi, costringendo un alto numero di animali a vivere in spazi ristretti, comporta l’impiego massiccio di antibiotici, col rischio che i farmaci entrino anche nella nostra alimentazione. Non solo. Gli allevamenti intensivi favoriscono la diffusione di virus e batteri che possono essere potenzialmente trasmissibili all’uomo (zoonosi) e all’origine di epidemie, come l’aviaria anni fa.

Questo provvedimento della Regione Emilia Romagna fa seguito ad un’altra grande vittoria dei movimenti animalisti: la consegna al parlamento europeo lo scorso ottobre della petizione “End of the cage age” che ha raccolto nel giro di pochi mesi le firme di 1,4 milioni cittadini europei contrari agli allevamenti intensivi.

La Commissione Europea è ora vincolata a pronunciarsi in merito alla richiesta e i prossimi mesi saranno cruciali per dare una risposta concreta alla petizione.
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