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Social&Positive News - L'informazione che fa bene

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Canale dedicato al giornalismo costruttivo con notizie positive su solidarietà, ambiente, diritti, innovazione sociale.
Info e segnalazioni: @cristigalas
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2021-04-06 09:30:03 #Solidarietà #MutuoAiuto

Nel corso dell’ultimo anno centinaia di iniziative di mutuo aiuto hanno fatto rete per tamponare l’impatto socioeconomico prodotto dall’emergenza #coronavirus. Su Internazionale Sarah Gainsforth racconta in un bel reportage le attività messe in campo dalla rete “Don’t panic, organizziamoci!”, nata a Bologna nella primavera del 2020 grazie all’impegno di 52 realtà non profit.

Tantissime le attività promosse da oltre 400 volontari per aiutare chi ha più bisogno. Dalla raccolta e distribuzione di pacchi alimentari con le Staffette alimentari partigiane al doposcuola online, dal “tampone sospeso” agli sportelli di orientamento al lavoro o alla ricerca di una casa.

A distanza di un anno la rete è diventata più capillare e radicata sul territorio cittadino e le richieste di aiuto aumentano e si trasformano. “Durante il primo lockdown la priorità è stata la consegna di cibo e medicine a domicilio. Ma dopo un anno di limitazioni l’assenza di socialità sta diventando un problema”, racconta Fabio, uno degli attivisti della rete. Così lo scorso 8 marzo i promotori di Don’t panic hanno inaugurato i Condomini della cura, a cui hanno già aderito venti condomini. “Funzionano come una banca del tempo, ci si mette a disposizione per aiutare nelle faccende quotidiane. È un modo per curare le relazioni”.
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2021-04-02 09:30:03
Centri del riuso in Italia: vai alla mappa
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2021-04-02 09:30:03 #EconomiaCircolare #Riuso

È online la prima mappa italiana dei centri del riuso. L’hanno lanciata Danilo Boni e Maurizio Bertinelli, con il supporto del Centro di Ricerca Rifiuti Zero e della rete Zero Waste Italy. Ad oggi sono stati mappati 85 centri del riuso ma il censimento è ancora in corso. Per segnalare un centro basta compilare questo modulo.

Di proprietà comunale o promossi da associazioni e cooperative, i centri del riuso non solo contribuiscono a ridurre i rifiuti ma creano anche occupazione e piccola impresa, promuovono sul territorio buone pratiche di riuso, riparazione e riutilizzo di oggetti, apparecchiature elettriche ed elettroniche. Insomma esempi di economia circolare ed economia sociale che fanno bene all’ambiente e alla vita dei cittadini.

Circa due terzi dei centri ad oggi censiti ha un ricavo annuo inferiore ai 10 mila euro, ma non mancano esperienze più strutturate che superano i 20 mila euro.
Si occupano prevalentemente di recuperare e rimettere in circolo abiti, mobili, biciclette, elettrodomestici ed apparecchi elettronici, giochi e libri. In sei centri su 10 si offrono anche servizi di riparazione: soprattutto restauro di mobili (26%), ciclofficine (18%), riparazione di elettrodomestici (11%), piccoli lavori di sartoria (5%).

Dal censimento risulta, infine, che il 23% dei centri cede i beni usati gratuitamente, il 34% chiede una donazione, il 20% tiene insieme le due formule. Il restante 10% prevede modalità con contributi economici.

A questo link un interessante dossier tutto dedicato all’Italia del riuso, con dati, esperienze e buone pratiche.
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2021-03-29 09:30:03 #Migranti #Lavoro

Papa Latyr Faye è arrivato dal Senegal in Italia quattordici anni fa, raggiungendo suo zio, Mbaye Ndiaye, in Puglia a San Severo, provincia di Foggia. Entrambi lavorano per anni come braccianti nei campi di pomodoro e alla raccolta di olive affrontando una realtà durissima. «Non solo abbiamo vissuto lo sfruttamento sulla nostra pelle, dettato dall’arroganza e dall’ignoranza. Ma abbiamo visto tante, troppe persone migranti vivere in ghetti, in baracche, come in un paese del dopoguerra, in condizioni disumane».

Come racconta Rosy Battaglia in “Storie dal futuro”, la bella newsletter della rivista Valori, nel 2012 Papa decide di denunciare le illegalità e i soprusi che viveva nei campi e nel 2016, insieme allo zio e alla giurista Assunta La Donna, «la prima italiana che ci ha sostenuto in questo sogno», fonda l’associazione Ghetto Out riuscendo da lì a poco a realizzare il suo sogno.

Ottiene dalla Regione Puglia la gestione di un’azienda agricola e qui lancia un progetto unico nel suo genere: “Casa Sankara” che offre ai braccianti stagionali diritti umani fondamentali, come un tetto sicuro sopra la testa e il riconoscimento di un salario equo. All’interno dell’azienda agricola apre una foresteria e poi una sartoria, un laboratorio di musica e uno sportello di assistenza socio-legale.

Oggi Casa Sankara accoglie 500 migranti che lavorano nell’azienda agricola Fortore e, grazie ad una collaborazione con Coldiretti, per altre aziende sul territorio. Tutti vivono e lavorano in condizioni dignitose e legali ricevendo "la giusta busta paga”.

Il frutto di tanto impegno è ora sugli scaffali di tante Coop d’Italia, con “Riaccolto”, il marchio dei pomodori pelati di Casa Sankara. «Abbiamo dimostrato che c’è un prezzo sostenibile per tutti. Per chi lavora, per chi vende e per chi acquista. Tutti ci guadagnano in modo equo».
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2021-03-25 18:43:23 Felicità
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2021-03-22 10:30:03 #EconomiaSolidale

Spinti dall’emergenza sanitaria e dal bisogno di rafforzare le reti sociali, in questo ultimo anno sono nati tanti nuovi servizi che coniugano tecnologia digitale con innovazione sociale. Dal delivery etico alla ristorazione sociale allo streaming solidale. Milano è forse la città che più ha visto crescere nuove esperienze e progetti.

Come SoDe (che sta per Social delivery), un servizio di consegne a domicilio che propone un modello etico di delivery, alternativo a quello delle grandi multinazionali, che valorizzi i negozi di quartiere e sia rispettoso dei diritti dei riders.
SoDe è un’idea di Rob de Matt, il caffè-bristot nato nel quartiere milanese di Dergano da un bel progetto di inclusione sociale e lavorativa di persone svantaggiate.
Qui il crowdfunding lanciato per sostenere il progetto e qui il canale Telegram.

“L’Alveare che dice sì” è, invece, una rete che mette insieme gruppi di acquisto e piccoli agricoltori. Attiva un po’ in tutta Italia, conta ormai duemila produttori e migliaia di utenti. Gli ordini dei prodotti, tutti a km 0, si possono effettuare online attraverso il sito o una comoda app e poi la spesa si ritira in uno dei punti di raccolta della propria città oppure viene consegnata a domicilio.

Ma queste nuove esperienze non riguardano solo il mondo della ristorazione o del delivery: 10 cinema indipendenti di Milano e non solo hanno promosso la piattaforma 1895.cloud, che offre film in streaming per 72 ore a prezzo “responsabile”: il prezzo del biglietto lo fa lo spettatore in base alle sue disponibilità e al suo desiderio di sostenere l’iniziativa.
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2021-03-21 20:43:12 Con questo post domenicale voglio dare il benvenuto ai tanti che oggi si sono uniti al canale! Grazie

E un grande grazie anche all'amico Andrea per aver suggerito @SocialPositiveNews a chi segue il suo bel canale @meditando, un'oasi di pace e buoni pensieri. Dateci un'occhiata!

Buona domenica a tutti ovunque voi siate!
A lunedì!

Ps.
Se vi va, potete segnalarmi buone notizie o dirmi la vostra sul canale scrivendo un commento a questo post oppure inviandomi un messaggio a @cristigalas.
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2021-03-17 11:14:27 Ps. Il progetto "Un armadio di lavoro" fa parte dell'iniziativa più ampia "Abito" che proprio in questi settimane ha attivato un crowdfunding su Produzioni dal Basso per avviare corsi di sartoria sociale. Dateci un'occhiata e se potete contribuite con una piccola donazione!
Buona giornata
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2021-03-17 10:30:03 #Lavoro #EconomiaCircolare #Riuso

Quanto è importante quando si cerca un lavoro indossare un buon abito? Molto e per tanti può essere un problema procurarselo. Un problema non banale soprattutto per chi vive in difficoltà economiche, come aveva capito Gary Field quando, nel lontano 1999, decise di fondare negli Stati Uniti la prima non profit che offriva abiti adatti a chi doveva sostenere un colloquio di lavoro e non aveva i mezzi per comprarli.

Ebbene da oggi anche nel nostro Paese, e più precisamente a Torino, esiste un progetto simile. Lo ha ideato la Società San Vincenzo de Paoli. Si chiama “Un armadio di lavoro” e offre una distribuzione gratuita di abiti professionali a quanti sono in difficoltà economica e si apprestano ad affrontare un colloquio.

Un’iniziativa in cui la condivisione e il dono non sono solo atti di cura verso il prossimo, ma anche strumenti per ridurre il nostro impatto ambientale, mettendo in circolo quegli abiti che spesso giacciono inutilizzati e quasi nuovi nei nostri armadi, ma che possono essere preziosi per chi è in procinto di sostenere un colloquio. Un guardaroba aperto a chi cerca lavoro e ha bisogno di un bell’abito e un innovativo progetto di economia circolare, non trovate?
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2021-03-13 10:30:04 #Accoglienza #Solidarietà #Famiglie

Dopo avervi parlato qualche giorno fa del progetto “Affido culturale”, torno sul tema dell’accoglienza segnalandovi un altro bel progetto lanciato in questi giorni a Ravenna. Qui il Comune e l’associazione Refugees Welcome Italia hanno inaugurato il primo Albo delle famiglie accoglienti: una rete di famiglie e cittadini solidali che offrono aiuto e accoglienza a bambini e adulti in difficoltà.

Attraverso il portale https://famiglieaccoglienti.comune.ra.it tutti i cittadini di Ravenna possono aderire e dare il proprio contributo, anche piccolo, perché le forme dell'accoglienza sono tante e variegate. Si va dall’affido familiare di bambini e ragazzi, italiani e stranieri, nelle sue diverse declinazioni (residenziale, diurno, sostegno alle famiglie) all’ospitalità in famiglia di adulti fragili, fino al mentore.

Il mentore è una persona che mette a disposizione un po’ del proprio tempo e delle proprie capacità per sostenere un giovane o un anziano nel proprio progetto di vita o in alcune attività: ad esempio offrendo un aiuto nella ricerca di un lavoro, di una casa o per studiare oppure condividendo attività ricreative e culturali.

Infine, c’è la possibilità di candidarsi come attivista per svolgere attività di volontariato a supporto della rete di accoglienza.

Attraverso il portale è possibile accedere a due diversi percorsi: per chi vuole aderire alla rete offrendo la propria disponibilità per una o più attività e per chi ha bisogno di supporto e accoglienza. In entrambi i casi basta compilare un modulo e il Comune di Ravenna contatterà l’interessato e si attiverà per rispondere alla richiesta di adesione o di aiuto.
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