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Avvocato Vercellotti

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Unico Avvocato del Digitale®️ d’Italia
In questo canale troverai aggiornamenti legali relativi al mondo del Digitale come Gdpr, Copyright, Contest, Digital Contracts e gestione legale della Brand Reputation
Per una consulenza: studio@legalfordigital.it

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2022-08-29 09:00:03HO DEI CONTATTI SU WHATSAPP. LI USO?
Tag:
#contatti

Un’azienda, nostra cliente che lavora in ambito B2B, ha raccolto, tramite gli agenti, i numeri di telefono dei propri rivenditori, che contattano spesso tramite WhatsApp.

Questa azienda ha un target specifico composto da piccoli rivenditori, che nella maggior parte dei casi non ha un numero di telefono aziendale.

Se i numeri di telefono che hai raccolto sono numeri personali devi applicare i principi stabiliti dal GDPR.

Adesso l’azienda nostra cliente ha interesse a sfruttare questi numeri a fini marketing. Questa è la ragione per cui ci ha contattato.

Infatti da un sondaggio è emerso che il suo target di rivenditori non è molto attivo nell’apertura delle newsletter. Ed ecco perché proprio la comunicazione su WhatsApp, al contrario delle newsletter, potrebbe avere successo.

Non è possibile sfruttare questi numeri di telefono personali a fini marketing?

Non è così impossibile: ecco la legal strategy da applicare per creare e utilizzare liste broadcast

È necessario raccogliere un consenso corretto per l’utilizzo di quei dati/numeri di telefono. Gli agenti che hanno raccolto questi numeri possono anche avere una comunicazione diretta e continua con i rivenditori. Ma se l’azienda non ha raccolto il consenso specifico non è autorizzata a creare una lista broadcast.

Altro elemento importante è quello legato all’utilizzo della lista broadcast una volta che è stata creata. Per poter comunicare via WhatsApp, attraverso una lista broadcast, non è sufficiente avere un numero di telefono. È necessario che l’utente abbia salvato il numero di telefono dal quale riceve le comunicazioni quindi l’azienda. Essendo i rivenditori in contatto con gli agenti, il numero dell’azienda probabilmente non lo hanno salvato.

Come mettere in atto tutto questo?

La prima cosa che gli agenti devono fare è mandare un messaggio ai venditori, con un link che rimanda ad una landing, in cui i rivenditori/interessati al trattamento dovranno inserire il loro numero di telefono e i dati relativi alla loro azienda.

Ma non finisce qui.

In questa stessa landing deve essere scritto, in modo chiaro, che il numero di telefono dell’azienda deve essere salvato per poter ricevere comunicazioni da parte della stessa. Inoltre bisogna specificare che dalla data in cui inseriscono questi dati, se i rivenditori sono interessati a questo tipo di comunicazione, saranno inseriti in una lista broadcast.

Anche tu vorresti utilizzare i contatti di potenziali clienti su WhatsApp?
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2022-08-22 09:00:02SEI UN GRAFICO?
Tag:
#grafico

Oggi ti porto un case study davvero molto particolare gestito dal nostro studio.

Un grafico lavora come libero professionista in partita IVA, inizia una collaborazione di qualche mese con un’azienda. Passati questi mesi l’azienda gli propone un contratto determinato, a cui segue un rinnovo sempre a tempo determinato.

Il grafico si aspettava l’assunzione a tempo indeterminato, com’era definito negli accordi originari.

Ma questo non è arrivato. Vuoi per la pandemia in sé e per le conseguenze che ha avuto all’interno della nicchia di mercato dell’azienda, ma non c’è stata alcuna conversione da determinato a indeterminato.

In altre parole: il grafico dall’oggi al domani si è trovato senza lavoro.

Ma vediamo la questione nel dettaglio:

durante la prima collaborazione, quando ancora il grafico era a partita IVA, sono stati realizzati template per i social, mockup del sito e grafiche per gli eventi. È stato fatto un enorme lavoro, anche organizzativo, per la realizzazione di queste grafiche.

Le stesse grafiche, nel periodo di collaborazione del grafico in azienda, sono state utilizzate e modificate. Ma le opere erano sempre quelle originali.

Non essendo finita bene la collaborazione il grafico è venuto da noi chiedendo se poteva fare qualcosa a riguardo.

Qualcosa si poteva fare: alla base della collaborazione iniziale, tra professionista e azienda, non c’era un contratto. Senza contratto si presume che la proprietà intellettuale delle opere realizzate rimanga al professionista, diritti di sfruttamento compresi.

Al contrario, se le opere fossero state realizzate nel periodo in cui il grafico era dipendente, la proprietà sarebbe stata dell’azienda.

Per cui l’azienda ha dovuto dare più di 8 mila euro al grafico.

Quindi ecco che a volte un contratto che regoli la proprietà intellettuale ti costa molto molto meno.

Candidati in academy per non perderti nemmeno un contenuto!
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2022-08-03 19:56:01 FEDERICO LEVA È TORNATO

Cominciano ad arrivare le mail di risposta del famigerato Federico e sono praticamente tutte così!

I nostri clienti hanno chiesto maggiori informazioni tra cui l’ID per procedere alla cancellazione dei dati personali.

A parte gli “interessanti” consigli legali per poter approfondire la questione, e di questo lo ringraziamo, la cosa molto interessante è la frase sibillina a chiusura della mail.

“La presente non va intesa come un'accettazione da parte mia delle vostre rappresentazioni, né della necessità o sufficienza della vostra richiesta di ulteriori informazioni o della soluzione da voi proposta o adottata, diversa dalla completa rimozione di Google Analytics e di tutti i dati relativi. Mi riservo ogni ulteriore valutazione e iniziativa.”

Nello specifico:
Non si sta dichiarando soddisfatto di quanto da noi fatto, non accettando il nostro operato
Pur avendoci fornito ulteriori informazioni non ne approva la richiesta
Sopratutto si riserva di agire (senza definirne le modalità)
Per lui l’unica strada percorribile è la rimozione di Google Analytics (non specificando se GA3 o GA4)

Cosa può succedere?
Che Federico effettui una segnalazione al Garante della Privacy. È suo diritto in quando soggetto interessato dal trattamento dati personali da noi effettuato con il nostro sito.

Cosa rischiamo?
Dipende, poiché se abbiamo provveduto alla corretta cancellazione dei dati e abbiamo registrato correttamente la sua richiesta nel registro delle richieste dell’interessato dovremmo essere a posto.
Perché uso il condizionale?
Semplice, se non abbiamo fatto nulla per adeguare il nostro business offline al Gdpr la segnalazione di Federico potrebbe essere un piede di porco per far attenzionare la nostra azienda a chi di dovere.

Quindi?
Dopo le ferie fai un check up del tuo adeguamento privacy online e offline e blinda il tuo business dai possibili controlli. Imprenditore avvisato mezzo salvato! Un Check Up Privacy con noi costa appena 297 euro e ti da subito lo stato di salute della tua privacy. Una sanzione ti costa qualche centinai di volte di più

Un regalo per te!
Se stai pensando a farti fare un check up legale del tuo business, ecco a te la leva che ti serviva per deciderti: mandaci una mail a studio@legalfordigital.it entro sabato 6 con scritto Check Up Privacy e potrai avere il servizio a soli 197 euro con consulenza già fissabile dal 22 agosto in poi. Più di così non si poteva fare per salvarvi dal Gdpr

P.s.: noi di Legal For Digital da venerdì siamo in ferie per 2 settimane, quindi Federico moh basta eh!
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2022-08-01 09:00:02FIRMARE IL CONTRATTO NON È UN'OPZIONE
Tag:
#contratto

Perchè non sai mai come si comporta chi c’è dall’altra parte…

Ecco cosa è successo.

Un advertiser che si occupa di lead generation viene contattato da una grande azienda per una collaborazione. Questa azienda chiede una collaborazione senza un corrispettivo fisso, ma solo con pagamento a performance.

Il potenziale cliente propone allora il suo contratto. Questo contratto però viene mandato allo studio legale dell’advertiser per essere analizzato. Proprio per questo motivo i tempi si allungano un po’ e intanto l’azienda spinge per far iniziare l’attività.

Così, senza che sia stato firmato il contratto, l’attività inizia.

Dopo un mese di lavoro l’advertiser, avendo anche ottenuto dei risultati ottimi, chiede all’azienda il pagamento delle provvigioni.

L’azienda nega qualsiasi tipo di pagamento con una serie di scuse tra cui che queste campagne erano state precedentemente impostate dall’ufficio marketing e quindi l’attività dell’advertiser non era stata così determinante. Ma è evidente che quelle fossero scuse.

Conclusione?
Non avendo un contratto firmato e neanche uno scambio di mail, nelle quali ci fosse la prova dell’accettazione del pagamento a performance e l’indicazione della percentuale (che sarebbe dovuta essere del 5%), la parola dell’advertiser ha lo stesso valore di quella del responsabile d’azienda.

Così l’advertiser si è trovato a dover interrompere la collaborazione dopo aver lavorato un mese gratis e aver perso qualche migliaio di euro.

Ecco che un contratto non firmato non vale assolutamente niente!
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2022-07-28 09:59:01 QUINDI GA4 NON È LA SOLUZIONE DI TUTTO!?!
#GDPR

I punti che mi sembrano confermati dal Garante della Privacy durante gli interventi di questi giorni sono questi:

1) Accordo USA-UE che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane
2) I titolari del trattamento hanno avuto quasi 2 anni per trovare soluzioni al trasferimento dati fuori UE e quindi molto prima della questione GA e la maggior parte di essi non ha fatto nulla.
3) Il Garante non può dire se un tool è a norma o no altrimenti potrebbe influenzare il mercato
4) GA4 potrebbe non essere la soluzione, poiché il problema potrebbe essere Google che ha una serie di dati, al di là dell'IP, da poter utilizzare per identificare gli utenti ed io aggiungo: come succede con GA3 anonimizzato
5) Se non ci sarà un accordo a breve, arriverà uno TZUNAMI legale (queste sono parole mie) per tutti: non si parla solo di GA3, GA4, non solo di prodotti Google come Drive, Gsuite, Gmail, ecc ma di tutti i tool che trasferiscono dati fuori UE, ripetuto TUTTI!

La conseguenza di un mancato accordo sarebbe una scelta tra continuare a violare il Gdpr come stiamo facendo tutti da due anni utilizzando questi tool oppure di tornare a mettere i cartelloni pubblicitari per la strada e a usare il fax, perché il digital muore senza tool americani.

Noi di Legal For Digital abbiamo scelto di non sponsorizzare uno strumento piuttosto che un altro come corretto a livello privacy se non ne eravamo certi, non salire su un carro e poi a scendere velocemente nel momento in cui non è più vincente, essere completamente trasparenti e disinteressati nelle indicazioni legali! Questo è un nostro punto di forza da 4 anni e non cambieremo mai!

Già dal 27 giugno con una live con più di 300 iscritti, appena 3 giorni dopo il provvedimento del Garante, abbiamo dichiarato il nostro manifesto e l’abbiamo confermato 2 giorni dopo con la nostra Guida su GA e GDPR scaricata da più di 2000 persone.

Per noi l’unica scelta possibile da parte del titolare del trattamento è decidere se giocare la partita con strumenti come GA4 che non sono sicuri al 100% a livello privacy o passare a strumenti di aziende non americane con server in UE. Abbiamo indicato come il problema GA fosse solo la punta dell’iceberg di chi tratta dati personali con tutti i tool che trasferiscono dati fuori UE e che l’unica vera soluzione non fosse il setting “corretto” di un tool ma un accordo USA-UE.

Ecco che in quest’ottica le parole del Garante ci confermano che la via tracciata era quella giusta e sapere di aver consigliato bene i nostri clienti e tutti quelli che ci seguono sui social ci riempie di gioia. Diciamo che oltre alla gioia c’è la responsabilità di chi quando comunica online a decine di migliaia di persone sa che la propria parola ha un peso e non vuole lanciare il sasso ritraendo poi la mano.

Ultima riflessione della quale non mi posso vantare poiché nasce dai vari programmatori, titolari di agenzia, web master, data analysis e consulenti marketing più in generale con cui ho parlato in queste settimane:

Questo benedetto GA4 server side quanto costa???

1) organizzare GA4 server side ha sicuramente un costo
2) parliamo di costo che non tutti i clienti possono comprendere visto che comunque si sta parlando di un servizio che fino a qualche tempo fa era praticamente gratis con GA3
3) un costo che non è detto sia necessario visto l’evoluzione degli eventi
4) un costo che comunque oggi non mi garantisce di essere Gdpr compliant. Lo ribadisco: oggi non mi garantisce nulla!
5) un costo che in caso di accordo USA-UE potrebbe essere superfluo con un’ “ottima figura” nei confronti del cliente

Detto questo, come dice il Garante, sono i titolari del trattamento a dover prendere le scelte sul proprio business e loro è la responsabilità delle azioni compiute, e io aggiungo, dopo aver ascoltato i consigli legali giusti o meno…
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2022-07-25 09:00:02 INTERROGATIVI SUL GDPR CHE MERITANO UNA RIFLESSIONE
Tag:
#gdpr

Un tema tanto comune quanto ormai venuto a noia è quello dell’iscrizione alla newsletter.

Come si gestisce l’iter e il form di iscrizione alla newsletter???

Mi potreste rispondere è semplice:

si chiedono nome/cognome, mail;
si richiede un consenso per l’iscrizione alla newsletter.

Si ok e poi?

E poi capita che qualcuno richieda il NUMERO DI TELEFONO!

La cosa interessante è che il numero di telefono è anche un dato richiesto OBBLIGATORIAMENTE nel form di iscrizione alla newsletter

Il mio umile parere personale è che questo trattamento non sia corretto perché:

la newsletter non ha nulla a che fare con il numero di cellulare, il dato trattato è e deve essere la mail
se voglio utilizzare un altro dato personale, come il numero di cellulare, posso parlare di WhatsApp Marketing, Sms marketing, ecc ma non lo chiedo per l’iscrizione alla newsletter.

La cosa che poi mi lascia un po’ interdetto è che il cliente che mi ha segnalato il fatto mi ha riportato che dopo l'iscrizione alla newsletter NON È SUCCESSO NIENTE:

Nessuna mail per la conferma dell’iscrizione con il double opt-in.
Nessuna ricezione di newsletter.
Ma soprattutto, che fine hanno fatto i suoi dati. L’iscrizione è andata a buon fine oppure no?

Per essere precisi, il cliente mi ha mostrato uno screenshot della thank you page successivo all’iscrizione della newsletter in cui si diceva che a breve avrebbe ricevuto una mail, ma di questa mail neanche l’ombra.

A dire il vero i tool hanno spesso bug, problemi di ogni tipo anche nel caso in cui siano stati settati correttamente, come sono certo, sarà successo in questo caso.

Tuttavia, rimane il grande dilemma.

Ma il numero di telefono può o meno essere richiesto come dato obbligatorio per l’iscrizione alla newsletter???

A quanto scritto anche da alcuni colleghi in un bellissimo libro in tema privacy la risposta è coerente con la mia: NO, IL NUMERO DI TELEFONO NON PUÒ ESSERE RICHIESTO OBBLIGATORIAMENTE PER L’ISCRIZIONE ALLA NEWSLETTER!

La cosa che mi perplime è che proprio uno degli autori del libro sia associato allo studio titolare del sito di cui il mio cliente mi ha riferito e di cui stiamo parlando in questo post.

Sono sicuro che questo sia stato un errore in buona fede e solo chi non fa non commette errori, noi di Legal for Digital siamo i primi a farne, quindi va sicuramente scusato senza dubbio alcuno.

Tuttavia, a titolo personale penso che sia importante per chi si dichiara esperto di Gdpr cercare di essere sempre impeccabile dal punto di vista privacy.
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2022-07-19 09:00:02 DOMANI È NATALE!
Tag:
#webinar

In quasi 200 già lo sanno e tu?

Infatti venerdì scorso abbiamo deciso di aprire a tutti gli iscritti alla newsletter di Legal for Digital il Q&A periodico che facciamo in Legal for Digital Academy.

Perché?

Semplice, domani per me è il Natale estivo.

Se grandi aziende hanno deciso che esiste un Black Friday a luglio, perché non un Natale…

C’è poco da aggiungere…

Quasi in 200 si sono aggiunti alle migliaia di iscritti alla newsletter

E tu vuoi rimanere nella nebbia legale del digitale o vuoi avere la risposta al tuo problema legale, dubbio o questione?

Domani alle 14:00 tutti gli iscritti alla nostra newsletter avranno questa possibilità!!!
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2022-07-18 09:00:01LA RIFATTURAZIONE AL CLIENTE
Tag:
#advertising

Quanto ne sai di advertising su Facebook?

Le policy della piattaforma prevedono la necessità che l’advertiser o l’agenzia di comunicazione, siano inseriti come partner sul business manager del cliente.

Evitiamo di analizzare tutte le problematiche legate alla:
- mancanza di un business manager da parte del cliente
- mancanza degli accessi
- problematiche legate all’uso dell’advertising da agenzie o freelance poco corretti o poco preparati.

Oggi ci occupiamo di rifatturazione. Ovvero il momento in cui, in modo organizzato e con una strategia alle spalle, l’agenzia decide di rifatturare le campagne di advertising al cliente.

Perché potrebbe succedere questo?

Sostanzialmente per due motivi:

Economico: quando l’agenzia si occupa di rifatturare al cliente l’advertising, normalmente viene chiesta una percentuale per le somme investite. Per esperienza posso dirti che, solitamente, la percentuale richiesta varia dal 5% al 15%, raggiungendo al massimo il 20%. Questo meccanismo, infatti, può essere un'ulteriore fonte di guadagno per l’agenzia marketing.

Pratico: capita spesso che i tempi per autorizzare le attività si dilatano nel tempo per le aziende, specialmente se si tratta di una sede italiana con holding estera. Per cui è l’agenzia che procede alle attività di advertising, pagando direttamente la piattaforma.

In questo caso non c’è alcun problema legale, al di là delle indicazioni delle policy della piattaforma.

Ma possono esserci altri problemi. Infatti, se il cliente non vuole pagare alcune fatture, non solo avrai un mancato guadagno, ma avrai una perdita vera e propria. Questo perché le somme investite in advertising sono già state pagate dall’agenzia.

E quindi?

Non c’è una soluzione legale. Però all’interno del tuo contratto puoi definire nel dettaglio la rifatturazione con eventuali percentuali, valutando a livello strategico se ti conviene questo tipo di attività.

Questo è uno dei contenuti usciti in academy qualche settimana fa.

In academy vogliamo aiutarti a gestire al meglio il tuo business, fornendoti input sempre nuovi e rispondendo a tutti i tuoi dubbi.

Vuoi fare un salto di qualità?

Candidati e consolida le tue competenze!
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2022-07-17 09:45:02 ⁣⁣ BILANCIO DEL PRIMO SEMESTRE 2022

Penso che fare periodicamente il punto della situazione aziendale sia l’unico modo per capire come veramente stanno andando le cose.

Tutto questo è molto logico per non dire banale, ma quanti di noi lo fanno davvero e con costanza?

Mi riferisco in concreto a:
- Andamento fatturato
- Tipologia di prodotti venduti
- Tipologia di clienti
- Canale di acquisizione dei clienti
- % di conversione
- Rapporto costo/conversione per canale di acquisizione
- Impatto dei nuovi progetti
- … (lunga lista)

Tutto questo va poi confrontato con i dati di periodo dell’anno precedente.

Ebbene devo che sono abbastanza soddisfatto!

Legal for Digital è in crescita costante su tutto, non come vorrei (su certi servizi) ma io sono sempre quello del bicchiere mezzo vuoto

Comunque alcuni dei dati alla mano:
- 109 adeguamenti privacy siti web/ecommerce
- 56 marchi tra Italia/UE/internazionali
- 94 contratti di digital marketing
- 47 ecommerce/marketplace
- 39 gestioni di controversie stragiudiziali

Siamo delle piccole macchine da guerra, pensando che per ora siamo in 4 legali e ogni attività è personalizzata, certo che il processo lavorativo iper organizzato ci aiuta a performare bene e ridurre al minimo le ore uomo non investite in consulenza, redazione documentale e studio.

Per quanto riguarda le percentuali rispetto ai dati dello stesso periodo 2021, passiamo da un +34% dei marchi al +92% per gli adeguamenti privacy. Bene ma possiamo fare molto di più.

Senza troppi filtri, questo è quello che sento che mi manchi:
- un/una giovane legale con la fame e la voglia di crescere tanto (abbiamo fatto 4 tentativi in questi 6 mesi ma ahimè forse sono troppo esigente)
- finire il grande progetto 2022 che vedrà la luce a fine anno (questo è davvero grosso e ci lavoriamo da inizio anno, sarà il vero completamento di Legal for Digital)
- lanciare i 4 nuovi servizi in esclusiva per agenzie e freelance
- un po’ di ferie… si ma anche no, nel senso che quando il lavoro è una passione, alla fine ti piace proprio e fai fatica a staccare

E quindi?

Un grande grazie per gli oltre 300 (430 in tutto il 2021) che ci hanno scelto/confermato in questo 2022!

Il sogno è la scintilla, ma la benzina sono la costanza e determinazione.

Questo è un canale di formazione legale sul digitale ma oggi ci tenevo a condividere qualche riflessione un po’ più imprenditoriale e personale, sperando che sia utile agli altri imprenditori “in erba” come me. Proprio 12 mesi fa oggi aprivo la mia prima società.
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2022-07-15 09:00:02 MERCOLEDÌ PROSSIMO SARÀ NATALE
Tag:
#webinar

Ogni giorno arrivano a me o a Legal for Digital su Linkedin, Fb e IG richieste di ogni tipo.

In questi casi si possono fare solo 2 cose:

1. Si può fare una consulenza (scelta da me più gradita)

2. Partecipare alle live di mercoledì prossimo di Legal for Digital Academy dove risponderò a tutte la vostre domande (legali)

Nel secondo caso si possono fare solo 2 cose:

1 -Essere uno dei quasi 200 iscritti alla prima Academy legali per professionisti del web (non avvocati e co)

2- Essere iscritti alla newsletter di Legal for Digital e ricevere l’accesso gratuito al Q&A di mercoledì prossimo

Nel secondo caso si possono fare solo 2 cose:

1) Essere già iscritto alla nostra newsletter con quale ricevere guide, check list legali, contenuti esclusivi e l’accesso gratuito formazioni a pagamento

2) Andare a iscriversi alla newsletter prima che sia troppo tardi (link qui sotto)

Questo è quanto, ora lo sai e ora soprattutto sai cosa ti perdi a non essere uno delle migliaia di iscritti alla newsletter di Legal For Digital ;)
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