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Avvocato Vercellotti

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Unico Avvocato del Digitale®️ d’Italia
In questo canale troverai aggiornamenti legali relativi al mondo del Digitale come Gdpr, Copyright, Contest, Digital Contracts e gestione legale della Brand Reputation
Per una consulenza: studio@legalfordigital.it

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2021-12-13 10:00:04ANALISI DI UN CONTRATTO
Tag:
#contratti

Ma il compenso del content creator è davvero quello scritto nel contratto?

Analisi di un accordo proposto da un’azienda ad un content creator.

Cosa facciamo quando in studio ci viene richiesto questo tipo di servizio?

Leggiamo il contratto e facciamo un elenco dei punti su cui è opportuno approfondire.

I motivi possono essere:

clausole vessatorie sfavorevoli al nostro cliente;

clausole che devono ricevere particolare attenzione, come quella di esclusiva o il patto di non concorrenza.

Dopo di che rispondiamo alle domande del cliente, domande che, ahimè, spesso non dovrebbero essere neppure poste.

Come mai?

ancora oggi si parla e si scrive troppo in legalese: 10 righe che potrebbero essere rese potabili in 2 righe

Ma in questo caso quello che è particolare è la proposta economica:

si pagano centinaia di euro per ogni contenuto pubblicato

si pagano migliaia di euro per la clausola di esclusiva

Attenzione:

→ Il contratto ha una durata di 6 mesi ed è rinnovabile

→ la clausola che prevede l’esclusiva è annuale

Come si spiega?

Io prevedo 3 possibili interpretazioni (e già il fatto che il contratto sia interpretabile non va bene):

c’è un refuso, e il rif. all'anno è sbagliato

si è utilizzato un template in cui non sono stati personalizzati i dati, e di nuovo quindi c’è un errore

si fa volutamente riferimento all’anno, quindi la cifra reale sarà la metà

Nessuno può sapere qual è l’interpretazione corretta.

Ma si possono trovare degli indizi:

In questo caso l’espressione “all’anno” era scritta con stesso font ma con carattere più piccolo rispetto al resto del testo.

Cosa può star a significare questo?

Che l’espressione “all’anno” è stata aggiunta dopo. Quindi molto probabilmente la terza interpretazione è quella giusta.

Questo è un alert per il content creator che chiederà spiegazioni.

Ma se non fossimo intervenuti per fare chiarezza, lui si sarebbe trovato con un compenso dimezzato rispetto a quello che lui pensava gli spettasse. E il tutto sarebbe stato legale!

@avvocatovercellotti
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2021-12-11 10:00:01VIOLAZIONE DEL DIRITTO DI PROPRIETÀ INTELLETTUALE SUL WEB
Tag:
#marchi

I social ci tutelano?

L'EUIPO ha condotto uno studio per verificare quanto i social impattano nella violazione del diritto di proprietà intellettuale (IP):

→ più di 400mila conversazioni sui social riguardano la contraffazione, cioè all'incirca l'11% del totale

→ Instagram è la piattaforma su cui maggiormente si verifica la violazione del marchio di prodotti

Cosa fanno social, Google e i grandi marketplace per circoscrivere il fenomeno?

Ne parliamo oggi sul blog dello studio, analizzando le più note piattaforme:

Facebook e Instagram

TikTok

LinkedIn

Google

Wish

Amazon

Leggi il mio articolo!

Buona lettura!



@avvocatovercellotti
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2021-12-06 10:00:03IL PATTO DI NON CONCORRENZA CHE NON PIACE
Tag
: #contratti

Avvocato mi hai fatto perdere 3 contratti

Qualche mese fa abbiamo avuto come cliente una start-up che ci ha chiesto la redazione dei contratti per una serie di corsi da lanciare su una piattaforma web.

Nell’ultimo anno, come vedete anche voi da utenti, escono numerose academy sul web che sfruttano varie formule per lanciare corsi on-line.

Di solito questi corsi vengono tenuti da docenti esterni.

In questo caso la start-up è molto di nicchia, quindi si è rivolta, per tenere i corsi, a professionisti di un settore ben specifico.

Purtroppo 3 professionisti su 10 non hanno voluto intraprendere la collaborazione per la nuova piattaforma a causa del patto di concorrenza.

La start-up ritiene quindi di aver subito un danno a causa del contratto che abbiamo redatto per loro, visto che comunque anche i nomi dei docenti sarebbero stati un ottimo gancio per convincere gli utenti a iscriversi

Quali sono state le motivazioni che hanno portato i professionisti a non accettare la collaborazione?

Due di loro hanno portato la stessa motivazione: il patto di non concorrenza avrebbe impedito loro di fare altri corsi uguali o simili per altre piattaforme online per 12 mesi.

Su questa motivazione ho portato la start-up ad un ragionamento:

Tu start-up

paghi un docente,

promuovi il corso a tue spese,

affronti spese per la sala di registrazione e tutto il materiale necessario per gestire il corso,

indirettamente fai pubblicità anche a lui, che potrà vendere in autonomia le proprie consulenze agli studenti

e a te sta bene che lui possa potenzialmente andare su un’altra piattaforma e realizzare un corso potenzialmente uguale?

mmmm

Per l’altro docente invece qual è la motivazione del rifiuto?

A lui del patto di non concorrenza non piace la dicitura per cui “non si può svolgere l’attività in concorrenza con il committente”, per cui si vieta di aprire una piattaforma competitor a quella del committente. Il docente vuole essere “libero”.

Libero di fare cosa? Di sviluppare un’altra piattaforma dopo che ha acquisito il know-how della vostra?

mmm

Dovete dire grazie al fatto che il 30% dei professionisti contattati per le docenze non hanno firmato il contratto a causa della clausola sul patto di non concorrenza.

Se la clausola non ci fosse stata, la start-up avrebbe introdotto al suo interno 3 soggetti

poco corretti eticamente

con una visione non coerente con quella dell’azienda.

Il contratto non è uno strumento di marketing ma di tutela: è normale che sia causa di “perdita” d’affari, ma non è mai una reale perdita!

@avvocatovercellotti
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2021-12-02 10:00:03DATI OBBLIGATORI NEL SITO E NELLE MAIL
Tag:
#legaltips

Tanto il sito web, quanto la carta intestata e la corrispondenza, devono contenere informazioni specifiche dettate dalla legge.

Qual è l'obiettivo delle norme che stabiliscono quali dati sono obbligatori?

Queste norme stabiliscono quali sono gli elementi pubblicitari minimi indispensabili per tutelare i terzi e il mercato.

Ecco perché diciamo sempre di diffidare, ad esempio, da quegli e-commerce che non inseriscono la P.IVA nel sito!

Sei a norma

Leggi il mio articolo sul blog del nostro sito per saperne di più!

@avvocatovercellotti
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2021-11-29 10:00:02IL COOKIE BANNER CHE CONVERTE
Tag:
#gdpr

La differenza fra adeguare un sito al gdpr e rendere performante un sito a norma di legge.

Come fare a far accettare i cookie profilanti?

Quanti di noi di fronte all’accettare o rifiutare i cookie di marketing flaggano sull’attivazione?

Ben pochi, perché ad oggi, per gran parte degli utenti, marketing è ancora sinonimo di vendita aggressiva e profilazione significa essere perseguitati dalle ads.

Come bypassare l’ostacolo?

Il nostro studio viene contattato da una holding che ha la necessità di fare un restyling del sito web della capogruppo. Il sito per loro quindi ha un ruolo fondamentale.

Ovviamente noi siamo coinvolti per la parte legale. Ma il nostro studio ha una marcia in più e andiamo oltre la mera messa a norma del sito web.

Ci confrontiamo con i legali della società per privacy policy e cookie policy, ma al momento di scegliere il banner dei cookie capisco che non siamo più sulla stessa linea:

L'azienda sceglie un cookie banner che prevede un servizio automatico di generazione cookie nella versione gratuita.

Facciamo presente che la versione gratuita del plugin non è gdpr compliant, ma non solo: sono importanti anche le performance.

In che senso un cookie banner può essere performante?

E mentre l’ufficio legale in questi dettagli si perde, chi veramente capisce il valore di ciò che sto portando, sono il reparto marketing e l’agenzia web addetta al restyling del sito:

Come in un sito web sono fondamentali colori, grafica e copy per portare gli utenti a fare un’azione, la stessa cosa vale per un cookie banner.

Qual è l’obiettivo di conversione di un cookie banner per un imprenditore?

Portare il maggior numero possibile di utenti a dare il consenso al marketing e alla profilazione.


La cosa sicuramente è più difficilmente raggiungibile in un banner che prevede il consenso granulare, ma che è a norma, rispetto ad un banner che richiede un unico consenso, ma che non è a norma.

Le performance del primo per la conversione saranno scarsissime!

Come riparare? Con il cookie banner e la cookie policy a pagamento il cui copy è persuasivo e i colori seguono una logica di neuromarketing che favorisce la conversione.

Vale la pena pagare per avere un cookie a norma e che mi converte il 96% in più degli oltre 40mila utenti al mese che visitano il sito e accettano la profilazione?

Solo chi ha un mindset da marketer e imprenditore capisce l’importanza dei dati.

Dal nostro studio non aspettarti l’adeguamento del sito al gpdr, aspettati invece una consulenza per rendere performante un sito web a norma di legge


@avvocatovercellotti
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2021-11-26 10:00:03NORMATIVA CONCORSI A PREMI
Tag
: #contest

Se vuoi inserire il concorso a premi nella tua strategia di marketing o in quella del tuo cliente, non puoi non conoscere i fondamenti della normativa sui concorsi.

Il DPR 430 distingue le manifestazioni a premi in 2 categorie:

quelle che devono seguire uno specifico iter per essere a norma di legge

quelle che per essere a norma, devono prevedere solo la presenza del regolamento.

Verifica se il tuo contest è a norma di legge con la nostra check-list!

Leggi l’articolo della nostra co-founder sul blog dello studio



Buona lettura!


@avvocatovercellotti
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2021-11-22 10:00:02CHE DIFFERENZA C’È FRA COSTO E INVESTIMENTO?
Tag
: #marchi

L’argomento sembra banale, scontato, ma se così fosse ci sarebbero molti più imprenditori di successo in Italia, che darebbero il giusto valore alla tutela del loro brand.

È sorprendente la percentuale di marchi registrati rispetto alla quantità di aziende che ci sono: sembra che solo i grandi brand debbano registrare il marchio.

Poi magari appena si mette su un sito, anche un mono-pagina temporaneo, si fa la rincorsa a comprare tutte le estensioni di dominio possibili e immaginabili.

Quanto costa registrare un marchio?

È la domanda più comune che mi viene fatta.

Non è un segreto:

Per registrare un marchio in Italia i costi vivi ammontano a circa 250-300 €

Per registrare un marchio Europa si sale a 850-1100 €.

I costi legali?

Possono essere 0
, se fai tutto da sol*, o essere intorno a 497 € per il marchio Italia se ti rivolgi a noi e davvero vuoi blindare il tuo business. Altrimenti c’è anche chi per 200 € la registrazione te la fa.

La differenza cosa la fa: l’esperienza di aver registrato molti marchi, che insegna più di 1000 corsi.

Il fulcro della consulenza legale è l’analisi di fattibilità del marchio.

Costa tanto o costa poco registrare un marchio?

Ti rispondo con un’altra domanda:

Hai pensato cosa significa registrare un marchio?

È tutt’altro che una questione di fama o notorietà.

Facciamo un esempio: hai un competitor che ti fa una concorrenza spietata, anche con atti di concorrenza sleale:

utilizzo della pubblicità comparativa diretta

utilizzo nelle Google ads della keyword del tuo brand per intercettare il tuo pubblico,

solo per fare due esempi.

Cosa puoi fare?

il tuo marchio non è registrato →devi portare il competitor in causa e dimostrare di aver ragione con una serie di elementi. Dovrai quindi affrontare dei costi legali non indifferenti. Se il chiamato in causa ha più budget di te ti sconfiggerà

il tuo marchio è registrato → hai un elemento oggettivo che non ha bisogno di essere dimostrato, vale rispetto a chiunque, e i fatti non sono soggetti all’interpretazione dal giudice. E se il competitor comunicava già prima, non importa: deve cessare ogni atto di concorrenza sleale. La legge ti tutela al massimo già in via preventiva.

Detto ciò, tornando alla domanda iniziale

quanto costa registrare un marchio in Italia?

Poco più di 1000 € compresa analisi di fattibilità.

è un costo o un investimento?

Dipende solo dal valore che dai al tuo brand!


@avvocatovercellotti
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2021-11-18 10:00:02CONTEST, CONCORSI, ESTRAZIONI A PREMI, GIVEAWAY
Tag
: #contest

Facciamo chiarezza!

Differenza fra concorsi e operazioni a premi

Quanti tipi di manifestazioni a premi ci sono?

Di quali norme bisogna tenere conto quando si organizza un contest?

Quali sono i concorsi che proprio non si possono fare?

A queste e molte altre domande risponde la nostra co-founder sul nuovo articolo del blog dello studio.

Clicca sul bottone per andare a leggerlo



@avvocatovercellotti
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2021-11-15 10:00:03 NON HO LA BACCHETTA MAGICA
Tag
: #consulenzalegale

Cosa fai se i tuoi post che hanno più successo sono poco legali?

Veniamo contattati da un potenziale cliente che ha un account IG con oltre un milione di follower.

Un account del genere viene contattato da molte aziende che gli propongono collaborazioni come creator e influencer.

Chiaramente il suo obiettivo è monetizzare attraverso il profilo.

C’è un ma: i post che pubblica e hanno maggior successo sono quelli che non rispettano il copyright. Infatti pubblica soprattutto videoclip musicali e clip cinematografiche che diventano virali.

Anche se siamo in fase di call conoscitiva, anticipo già che non che non c’è una soluzione perfetta per la sua esigenza: trovare un escamotage legale per monetizzare da un’attività che tanto legale non è.

Il prospect non è soddisfatto:

voglio una soluzione

voglio acquistare i diritti che mi spettano perché comunque faccio promozione ai titolari del copyright.

Qualcun altro forse fisserebbe anche una consulenza a pagamento, illudendo che ci può essere una soluzione alle pretese del potenziale cliente.

Io siccome una soluzione legale so di non potertela dare, ti anticipo che

la parola “voglio” con i contenuti degli altri, eliminala proprio dal tuo vocabolario. Non sempre basta pagare per avere. Le modalità di utilizzare parti di contenuti altrui ci sono, ma ci sono dei vincoli da rispettare

non ho la bacchetta magica per rendere legale ciò che legale non è.

Spesso nelle consulenze legate al mondo del digital devo portare degli aspetti legali che sono davvero distanti da quelle che sono le esigenze di fluidità del mondo attuale.

Non sempre ci sono norme che aprono uno spiraglio ad una soluzione. Se parliamo poi di copyright la direzione è quella di un maggior controllo e tutela dei titolari dei diritti.

Per il 2022 ci stiamo organizzando: contatto Potter e mi faccio mandare una bacchetta magica

@avvocatovercellotti
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2021-11-11 10:00:03SEI UN FREELANCE?
Tag
: #contratti

Se sei un lavoratore autonomo una delle prime cose a cui devi pensare è come disciplinare il rapporto di collaborazione con i tuoi clienti.

A differenza del rapporto di lavoro subordinato in cui di solito si fa riferimento ad una normativa nazionale, il contratto freelance non ha una disciplina specifica di riferimento.

Il contratto per il freelance è un asset aziendale da cui dipende gran parte della riuscita della sua carriera.

Te ne parlo oggi sul blog dello studio!

Non te lo perdere, clicca sul link!

Buona lettura

@avvocatovercellotti
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